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Via Fani, si riaccende il giallo sulla presenza della ‘ndrangheta

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il RAPIMENTO DI ALDO MORO nel 1978

Via Fani, si riaccende il giallo sulla presenza della ‘ndrangheta

Si riaccende il dibattito sulla presenza di uomini di ‘ndrangheta nel corso del sequestro di Aldo Moro, lo statista Dc del “compromesso storico” trovato ucciso il 9 maggio 1978 dopo 55 giorni di prigionia, nel portabagagli di un'auto, in pieno centro storico a Roma.
Verso la fine del 1992 Saverio Morabito, uomo di punta della 'ndrangheta, decise di collaborare con la giustizia e venne pertanto interrogato nel carcere di Bergamo dal sostituto procuratore della repubblica di Milano Alberto Nobili. Saverio Morabito riferì della presenza in via Fani di un elemento di spicco della 'ndrangheta calabrese, Antonio Nirta.
La Commissione bicamerale d'inchiesta (presidente Giuseppe Fioroni) a febbraio ha raccolto due preziose testimonianze e ha incaricato l'ex procuratore aggiunto della Dna Gianfranco Donadio di scavare sui tanti misteri.
Uno di questi si riferisce alle fasi del rapimento, il 16 marzo 1978 in Via Fani a Roma, nel corso del quale i cinque uomini di scorta di Moro furono trucidati. Il 16 febbraio c'è stata l'audizione del Procuratore generale facente funzioni presso la Corte di appello di Roma, Antonio Marini.
Il 24 febbraio è il turno dell'audizione di Franco Ionta, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma, ed è particolarmente con la sua testimonianza che la Commissione ha cominciato a spingere l'acceleratore.
Il presidente della Commissione Fioroni ha annunciato che il 4 febbraio Donadio ha presentato una prima relazione concernente possibili adempimenti istruttori riguardanti la strage di via Fani (verosimilmente anche per questo il 22 febbraio la polizia scientifica ha effettuato nuovi rilievi con tecniche all'epoca impensabili in Via Fani, con l'auspicio di trovare novità rilevanti, espresso dal vicepresidente della Commissione Gero Grassi) e l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 18 febbraio, ha incaricato Donadio di effettuare due missioni, rispettivamente, a Trieste e a Reggio Calabria, per svolgere attività ricognitiva di documentazione e di risultanze di indagini.
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r.galullo@ilsole24ore.com

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