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Renzi: impegno con Colle e opposizioni per meno decreti

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la strategia del premier

Renzi: impegno con Colle e opposizioni per meno decreti

Nessun decreto per la riforma della governance della Rai. Impegno con il Quirinale e le opposizioni, a partire dalla scuola, a presentare meno decreti. No alle richieste della minoranza Pd di modifica dell’Italicum («la battaglia di Bersani sui dettagli della legge elettorale è incomprensibile»). Una stoccata alla presidente della Camera Laura Boldrini, che «uscita dal suo perimetro di intervento istituzionale con valutazioni di merito se fare o no un decreto».

E ancora. Auspicio di un accordo fiscale con il Vaticano dopo quello chiuso con la Svizzera. Posizione intransigente sulla necessità di mantenere nelle mani del Tesoro il 51 per cento di Raiway, che «deve restare pubblico». Sono alcuni dei passaggi più significativi dell’intervista rilasciata all’Espresso da Matteo Renzi, che ha ammesso di essere «rimasto molto scottato dall'atteggiamento di Berlusconi sull'elezione di Mattarella». E che sull'operazione Rcs-Mondadori si è detto «preoccupato di Rcs-Corriere della Sera il cui valore è stato distrutto da scelte discutibili».

Renzi: riforma Rai non sarà per decreto, ogni rete abbia identità
«Non sarà un decreto. Faremo un provvedimento per consentire al capo dell'azienda di non dover più sottostare a procedure burocratiche chilometriche o avere l'incubo della Corte dei conti. E mi piacerebbe che ogni rete avesse la sua identità». Così in una intervista a L'Espresso Matteo Renzi ha parlato della riforma della governance Rai, escludendo il ricorso a un decreto. «Mi piacerebbe che ogni rete avesse la sua identità - ha avvertito il premier -. Raiuno generalista, su Raidue l'innovazione e la sperimentazione, su Raitre la cultura. E non voglio più andare in giro per il mondo con cinque microfoni della Rai a intervistarmi. Ne basta uno».

Impegno con Colle-opposizioni per meno decreti
Il premier ha rivelato del resto di essersi impegnato con il capo dello Stato e con le opposizioni a limitare l’uso dei decreti legge, a partire dalla riforma della scuola. «Sulla scuola ci siamo impegnati con il presidente della Repubblica e con le opposizioni a presentare meno decreti possibile», ha detto Renzi, non escludendo però l’uso del decreto per l’assunzione dei precari nella scuola: «Mettiamoci d'accordo - ha spiegato Renzi - prima mi accusano di essere un dittatore che vuole fare tutto da solo, se presento un disegno di legge aperto alla discussione mi accusano di non decidere. Ci sono sei mesi prima di assumere i precari, vediamo se la legge va avanti o se ci sarà il requisito di urgenza per un decreto».

Stime Pil 2015 +0,5, se di più tesoretto da usare
Renzi ha confermato la ripresa delll’economia quest’anno, anche se le previsioni sono discordanti sul quantum della crescita del Pil. «Per il 2015 l'Ue ci assegna un più 0,6 - ha ricordato il premier - Banca d'Italia più uno, Confindustria lancia cifre molto più positive. Noi abbiamo previsto un più 0,5». Certo è che « tutto quello che viene in aggiunta è un tesoretto che utilizzeremo», ha assicurato

Battaglia Bersani su Italicum incomprensibile
Sul fronte interno il presodente del Consiglio ha ribadito il suo no alle richieste della minoranza Pd di modifica dell’Italicum. «La battaglia di Bersani sui dettagli della legge elettorale è incomprensibile - ha detto - So che nel Pd c'è una parte che dice di no a tutto per principio. Faccio le riunioni? Troppo poco. Non le faccio? Vuol dire che decido da solo».

Far contare di più tessera, pronto discutere albo elettori
E nel merito dell’Italicum ha spiegato: «Se passa il premio alla lista serve una riforma del partito. Se questo può aiutare la discussione interna, sono pronto a discutere di albo degli elettori e a eliminare le primarie per eleggere i segretari regionali. Ritornare a un partito in cui essere iscritti, avere la tessera del Pd in tasca, significhi contare nelle scelte».

De Luca? Se fai primarie accetti risultato
Quanto alle primarie vinte in Campania dal Vincenzo De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio e a rischio decadenza (in base alla legge Severino) in caso di vittoria alle elezioni regionali, Renzi ha spiegato: «Se fai le primarie devi accettare il risultato. Io ho lasciato libero il partito di fare come voleva. Non esiste un renzismo applicato ai territori, ognuno fa quello che gli pare, anche troppo, dicono i miei. L'unica responsabilità che rivendico è quella delle cinque donne a guidare le liste alle europee e di aver rovinato la vita a qualche sindaco»

Spero in accordo fiscale anche col Vaticano
Renzi ha auspicato inoltre un accordo fiscale con il Vaticano dopo quello chiuso con la Svizzera. «Non c'è solo la Svizzera. Io, per esempio, spero di recuperare un po' di denari anche dal Vaticano» ha affermato il premier. Alla domanda se ci sia una trattativa con la Santa Sede, Renzi ha risposto: «Stiamo discutendo. Quello che abbiamo fatto con la Svizzera, con Montecarlo o con il Liechtenstein vogliamo farlo anche con il Vaticano. Ci sono molti italiani coinvolti e credo che la Santa Sede sia interessata a fare un repulisti».

Su unioni civili avanti veloci come su legge elettorale
Renzi ha assicurato di non voler frenare sulle unioni civili, malgrado le perplessità dei centri di Ap. «Sulle unioni civili dobbiamo procedere con la stessa determinazione che abbiamo messo sulla legge elettorale. Fare le cose di sinistra», ha spiegato Renzi, che non ha risparmiato una stoccata alla presidente della Camera Laura Boldrini, rimproverata di essere uscita «dal suo perimetro di intervento istituzionale con valutazioni di merito se fare o no un decreto che non spettano al presidente di un ramo del Parlamento»

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