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Terrorismo, Gentiloni: ok a più controlli su frontiere…

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audizione al comitato schengen

Terrorismo, Gentiloni: ok a più controlli su frontiere Schengen. Obiettivo «foreign fighters»

L'Italia è «pienamente favorevole al rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne» dell'area Schengen, «preferibilmente» senza toccare le attuali normative. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nel corso di un'audizione al Comitato Schengen. Il titolare della Farnesina ha ricordato che il Consiglio europeo del 12 febbraio ha «riconosciuto la necessità di controlli sistematici anche sui cittadini comunitari che attraversano le frontiere esterne».

Controlli sia sull’attraversamento terrestre e aereo
Questi controlli, ha spiegato Gentiloni, riguarderebbero sia l'attraversamento terrestre che i voli provenienti da Paesi al di fuori dall'area Schengen e sono necessari per contrastare il ritorno in patria dei cosiddetti «foreign fighters» che vanno a combattere in Iraq, Siria o Libia. A questo proposito, ha sottolineato il ministro, «non possiamo negare i possibili rischi» di infiltrazioni terroristiche attraverso gli sbarchi di immigrati. Tuttavia «l'analisi della nostra intelligence ci dice che non abbiamo al momento informazioni di rischi effettivi», ha precisato.

L’Europa faccia di più per fronteggiare l’emergenza immigrazione
Nel corso dell'audizione, Gentiloni ha ribadito che l'Italia ha «il diritto di chiedere di più all'Europa, e l'Europa ha il dovere di fare di più per fronteggiare l'emergenza dell’immigrazione nel Mediterraneo», che «non può gravare sulle spalle di un solo Paese». L'immigrazione clandestina, ha aggiunto il ministro, «è una questione europea»: e questo è dimostrato dal fatto che «dei 278 mila migranti giunti in Europa nel 2014, 170 mila sono approdati in Italia». Per quanto riguarda il 2015, «alla mezzanotte di mercoledì erano arrivati a «8.918 gli sbarchi di immigrati in Italia».

Il che, ha sottolineato Gentiloni, vuol dire che gli arrivi «sono aumentati rispetto ai 5.611 dello stesso periodo dello scorso anno». In Europa si registra inoltre un aumento delle richieste di asilo politico, e l'Italia è al terzo posto dopo Germania e Svezia. Nel 2014, ha spiegato Gentiloni, abbiamo ricevuto un numero di richieste «superiore del 140% rispetto al 2013». Nel mese di gennaio di quest'anno i Paesi dell'Ue hanno ricevuto «circa 70 mila richieste di asilo politico, con un aumento del 113% rispetto a gennaio del 2013 e del 59% rispetto allo stesso mese del 2014».

Italia terzo Paese Ue per domande asilo: + 140% in 2014
Nel 2014 l'Italia ha ricevuto un numero di richieste di asilo politico «superiore del 140% rispetto al 2013», ha detto il ministro degli Esteri, aggiungendo che «l'Italia è al terzo posto in Europa, dopo Germania e Svezia, per numero di richieste di asilo politico ricevute». La situazione italiana, ha spiegato il ministro, si colloca in un trend di aumento generale delle domande di asilo politico in tutta l'Unione europea. «A gennaio - ha spiegato - le richieste sono state circa 70 mila, con un aumento del 113% rispetto a gennaio del 2013 e del 59% rispetto allo stesso mese del 2014».

Il 90% dei flussi di immigrazione irregolare dalla Libia
Il 90% dei flussi di immigrazione irregolare registrati finora nel 2015 proviene dalla Libia, ha riferito il ministro Gentiloni. La Libia, ha detto il ministro, attualmente è «di fatto priva di una capacità statale minima». Per questo è ora «difficile se non quasi impossibile instaurare rapporti di collaborazione con lo stato libico». Anche in riferimento al dialogo che si sta cercando di instaurare tra le varie componenti in lotta in Libia l'Italia, ha detto ancora Gentiloni, l'Italia sta lavorando «in tutte le direzioni». La crisi libica, ha riferito ancora il titolare della Farnesina, è anche parte dei colloqui che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha con il presidente russo Vladimir Putin.

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