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Nicolò Pollari: «Poco verosimili le frasi attribuite alla vedova…

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Nicolò Pollari: «Poco verosimili le frasi attribuite alla vedova Calipari»

«Ho sincero rispetto per il dolore della vedova Calipari» ma «mi sembra poco verosimile» che abbia detto la frase che Gabriele Polo le attribuisce nel libro “Il mese più lungo”, a proposito di una conduzione del Sismi «ambigua, che agiva, machiavellicamente su linee opposte e che costarono la vita a Calipari». Nicolò Pollari, consigliere di Stato e direttore del Sismi all’epoca della liberazione della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq, durante la quale morì l’agente colpito da fuoco americano, ha esordito così a Mix24 su Radio 24 intervistato da Giovanni Minoli.

«Con la signora Calipari all’epoca nessun rapporto»
A dieci anni dalla morte di Calipari a Baghdad Minoli ha chiesto a Pollari conferma dell’affermazione di Rosa Villecco Calipari, oggi deputata Pd, che firma la prefazione al libro di Polo. «Guardi - ha risposto Pollari - io ho sincero rispetto per il dolore della vedova Calipari. Fornisco qualche ulteriore precisazione su questa cosa, perché lo ritengo doveroso. Questa frase la riferisce Polo nel suo libro e la attribuisce alla signora Calipari. Mi sembra poco verosimile che possa averglielo detto, per una serie di ragioni. Perché, fatta eccezione per il momento della disgrazia, in cui le sono stato particolarmente vicino, non solo io ma tutto il servizio, con la signora Calipari non avevo alcun rapporto, né avevo qualche tipo di frequentazione preventiva. Per la verità, mi ero occupato di lei quando da vice segretario generale del Cesis avevo curato la sua posizione, con riferimento al transito ai servizi perché lei veniva da un ministero, però non è che avessi rapporti». Alla domande se gli sembr difficile che quella frase sia sua, Pollari ha rincarato: «Penso che sia molto improbabile e sarebbe una frase poco meritata».

«Partiti d’opposizione sempre informati dei fatti»
L’ex numero uno del Sism ha negato anche un altro elemento che sembra emergere dal racconto della vedova di Calipari: l’esistenza di due linee sul sequestro della giornalista del Manifesto, quella trattativista di Calipari e quella più intransigente e favorevole al blitz di Marco Mancini, allora direttore del dipartimento Operazioni, che appena un anno dopo fu coinvolto e assolto nel processo per il sequestro dell’imam Abu Omar a Milano. «Prima di tutto - ha detto Pollari - la conduzione del servizio apparteneva alla mia responsabilità. Gli altri facevano quello che io dicevo e io facevo quello che diceva l’autorità politica, per parlar chiaro. E quando si trattava di questioni importanti, questo voglio sottolinearlo, io mi sono sempre assicurato che l’autorità politica si confrontasse con tutti i segretari dei partiti d'opposizione e ne avesse il consenso. L’ho sempre, non dico preteso perché non ne avevo la possibilità di pretenderlo, ma l'ho sempre diciamo caldamente raccomandato e ho sempre ottenuto i ritorni in questo senso».

Tra Calipari e Mancini «solo competizione professionale»
Tra Calipari e Mancini, inoltre, secondo Pollari, «al di là di una sana e professionale competizione, non c’era una rivalità di altro tipo. Fuori dal lavoro, fuori dal servizio io ho sempre incontrato Mancini e Calipari, in genere a casa di Mancini. Li ho incontrati anche in un famoso locale siciliano di Roma e in un altro locale che chiamavano convenzionalmente “G”, vicino al Parlamento, dove andavano a pranzo insieme. Si facevano delle battute anche l’uno con l’altro, mica dico di no, però io non ho rilevato nulla. Lei vuole che le dica che abbia rilevato una competizione professionale? Sì, ma non solo fra loro».

Caso Abu Omar: nessuna condotta illegale
Secondo la vedova Calipari, il marito temeva che gli uomini della sua divisione non si fossero limitati a pedinamenti e rapporti sull’imam egiziano Abu Omar, che poi fu rapito e ucciso. Pollari ha negato con forza: «Io, il Sismi da me diretto e tutti gli imputati di questo processo siamo estranei alla vicenda Abu Omar. Adesso aggiungo, senza tema di smentita, che io, possono testimoniarlo tutte le autorità di Governo competenti nel tempo, io ho impedito fatti di questo genere». E ha aggiunto: «Se altri in momenti diversi, hanno tenuto contegni non conformi al mio modo di vedere e di interpretare la direzione del servizio, questo è un altro problema. Però come ho detto, se per caso fosse vero – anche qua dice Polo che glielo avrebbe riferito la signora Calipari – io non lo so se è così, ne prendo atto. Però se fosse veramente così, allora scusi questo fatto è un reato, qui c’è l’indicazione di un reato, e i reati vanno perseguiti. Presumo che la citazione sia inesatta, ma se fosse esatta andrebbe approfondita».

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