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Lega, Tosi contro Salvini: controllo dittatoriale del partito.…

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dopo l’espulsione

Lega, Tosi contro Salvini: controllo dittatoriale del partito. Zaia: non temo una sua candidatura

«Secondo me Salvini vuole il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità». E ancora: «Più ci penso, più mi convinco che a Salvini andava bene questa soluzione: calpestare l'autonomia della Liga Veneta per evitare la formazione di liste che non siano gradite a Milano». Lo ha detto Flavio Tosi, in una conferenza stampa a Verona, sui motivi della sua cacciata dal Carroccio. Pronta la replica di Salvini: «Non rispondo a chi insulta». «È chiaro che se alle Regionali si va divisi, si agevola chiunque altro sia un competitore», aveva spiegato il sindaco di Verona in mattinata ad Agorà su Rai3 il giorno dopo la sua «decadenza» dalla Lega ratificata da Matteo Salvini. «Non parlo di delusione, m'interessa essere coerente e lineare con me stesso. Questo mi basta», aveva aggiunto Tosi, che si preparerebbe a correre da governatore per le regionali in Veneto in competizione con il presidente uscente, il leghista Luca Zaia, che però ha assicurato: «Non temo una sua candidatura».

Tosi: rottura voluta Salvini, favorirà centrosinistra
«Salvini ha scelto una linea dittatoriale di governo della Lega Nord e se ne assume la responsabilità» ha detto Flavio Tosi, che, nel corso di una conferenza stampa a Verona, si è detto convinto che al leader del Carroccio «andava bene arrivare a questa conclusione». Quanto all'aut aut di Salvini tra la fondazione e il partito «era un alibi». Anche perché «la Fondazione “Ricostruiamo il Paese” (creata dallo stesso Tosi stesso nel 2013 per partecipare alle eventuali primarie nazionali del centrodestra, ndr) non ha mai presentato liste». Tosi non ha però ancora scoperto le carte sul suo futuro: «Mi prendo un paio di giorni per decidere - ha detto - la botta è troppo fresca». In un’intervista al Tg2 il sindaco scaligero ha addebitato al segretario della Lega la responsabilità della rottura, perché ha «rifiutato una proposta formale di mediazione, rischiando di danneggiare il centrodestra e favorire il centrosinistra».

Salvini: dittatore? Tosi mi insulta come Alfano e Renzi
«Non rispondo a chi insulta se c'è da fare ragionamenti di politica ed economia sono disponibile». Così Matteo Salvini ha risposto alle accuse di Tosi. «Di solito mi danno del dittatore Alfano e Renzi se si aggiunge qualcuno è in buona compagnia», ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord, a `Radio Padania´.

Zaia: non temo candidatura Tosi
Di fronte all’ipotesi di una corsa dell’ex collega di partito Tosi, non si scompone il governatore Zaia. «Una candidatura di Flavio Tosi? Sembra intenzionato a farlo ed ognuno, nella sua vita, fa quel che vuole; ma io non la temo. Mi piacciono infatti le sfide, soprattutto su un terreno fangoso, dove corro meglio, perché non sono uno da piste d'atletica». Questa la replica a caldo di Luca Zaia, che ieri aveva sottolineato la necessità di «mettere la parola fine a beghe e polemiche incomprensibili che sono durate fin troppo» e di «voltare pagina».

Mail Tosi chiedeva cancellazione lista Zaia
Dopo l'espulsione ieri notte del sindaco di Verona dalla Lega, emergono nuovi particolari sui retroscena della giornata convulsa. I fedelissimi di Salvini sapevano che già intorno alle 20 il segretario avrebbe dato l'annuncio della cacciata di Tosi ma poi si è preferito attendere per vedere se l'intervista concessa del sindaco ribelle a Lilli Gruber su La7 contenesse aperture soddisfacenti a ricomporre la querelle. Salvini, confidano fonti venete a lui vicine, aveva reagito con una risata ironica quando Tosi alle 12 di ieri aveva inviato una mail dettando le sue condizioni per la pace. Mail peraltro non indirizzata al segretario federale ma a uno dei “pontieri”, si vocifera Giancarlo Giorgetti. Un testo che via Bellerio ha giudicato irricevibile poiché Tosi accettava di non presentare la sua lista a patto che facesse altrettanto il candidato governatore del Veneto Luca Zaia. In più il sindaco di Verona imponeva tra le condizioni la cancellazione del commissario Giampaolo Dozzo, nominato proprio da Salvini per gestire le elezioni regionali.

L’espulsione di Tosi
La decadenza di Tosi è stata sancita ieri notte dal segretario del Carroccio Matteo Salvini, alla fine di una giornata di contatti tra “pontieri” che hanno cercato di mediare fino all'ultimo. «Sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi e quindi della sua decadenza da militante e da segretario della Liga Veneta-Lega Nord - ha scritto il segretario del Carroccio in una nota -. Non si può lavorare per un partito alternativo alla Lega, non si possono alimentare “beghe”, correnti o fazioni», ha continuato Salvini con riferimento indiretto alla richiesta di Tosi di accettare la sua Fondazione “Ricostruiamo il Paese”. In giornata era arrivata un'ultima proposta di mediazione da Tosi, che aveva dichiarato: «Se si accetta il fatto che ci sia una Fondazione ben nota, risaputa e condivisa e se si toglie il commissariamento, poi sulle liste una soluzione la si trova. Basta che si tolgano dei vincoli che sono umilianti». Poi dopo la decisione di Salvini l'affondo polemico: «Salvini mente, è un Caino che si traveste da Abele».


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