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Sequestro Moro, in Commissione d'inchiesta esplode il caso del…

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37° Anniversario del rapimento

Sequestro Moro, in Commissione d'inchiesta esplode il caso del brogliaccio del Viminale sparito

Non solo audiocassette sparite, ritrovate poche settimane fa e mai ascoltate prima o ascoltate con disattenzione: tra i misteri che la Commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e l'uccisione di Aldo Moro fa riesplodere c'è molto di più: brogliacci del Viminale spariti, depistaggi seriali, covi dei terroristi sotto il controllo ferreo di servizi e polizia ben prima dello loro scoperta ufficiale, la stampatrice delle Br appartenuta a Gladio e la mano dell'organizzazione semiclandestina nelle fasi dell'operazione che condusse lo statista Dc alla morte.

Proprio il giorno in cui si ricorda il 37esimo anniversario del rapimento in via Fani dello statista Dc (ritrovato privo di vita, dopo 55 giorni di sequestro, il 9 maggio 1978 in pieno centro a Roma) e l'eccidio dei suoi cinque uomini di scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) emerge dalle carte della stessa Commissione il nuovo memoriale dell'ex senatore Sergio Flamigni, forse uno dei maggiori analisti delle drammatiche vicende che hanno attraversato la democrazia italiana nel dopoguerra. Nel gennaio 1980 Flamigni viene chiamato a far parte della prima Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, il sequestro e l'assassinio di Moro e il terrorismo in Italia, che, istituita con legge 597/79, concluse i suoi lavori il 29 giugno 1983.

La profonda conoscenza di Flamigni del caso Moro torna alla ribalta in queste ore, visto che nell'audizione del 15 gennaio 2015 la nuova Commissione parlamentare d'inchiesta ha acquisito una memoria scritta di 19 fittissime pagine, in risposta a decine di quesiti sollevati dalla stessa Commissione nell'audizione del 2 dicembre 2014.

Nelle memorie Flamigni si concentra sul giorno del sequestro. Dopo aver a lungo illustrato lacune, contraddizioni, misteri, scomparse, proprietà immobiliari strane e folle ambigue che popolavano come in un film giallo quei pochi chilometri quadrati intorno all'abitazione dello statista Dc, Flamigni, così conclude: «Per accertare l'esatta dinamica dei fatti, la Commissione dovrebbe acquisire un documento fondamentale: il brogliaccio della sala operativa del Viminale, relativo al giorno 16 marzo 1978 e precedenti, dove venivano annotati tutti i contatti radio con le auto di scorta e quindi di tutti gli orari e tutti i percorsi…Su quel cruciale documento di recente ho richiamato l'attenzione del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri e, come ho riferito in una risposta all'onorevole Gero Grassi, nel gennaio 2013 mi è stato comunicato che “il Dipartimento della pubblica sicurezza ha segnalato che la documentazione in esame non è stata rinvenuta”…».

Ma c'è molto altro, come ad esempio lo spettro di Gladio – l'organizzazione paramilitare clandestina italiana sulle orme di quella promossa dalla Nato nell'ambito Operazione Gladio, organizzata dalla Cia per contrastare una ipotetica invasione dell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, nel sequestro e nella prigionia – che riesplode nelle parole di Flamigni: «È dunque uscita da quell'ufficio adibito ai compiti più occulti di Gladio la stampatrice utilizzata dalle Brigate Rosse durante il sequestro Moro…».

Flamigni ricorda anche una strana esercitazione di Gladio che sembrava, per filo e per segno, la simulazione di quanto poi accadrà con il sequestro Moro.
r.galullo@ilsole24ore.com.

Per leggere gli approfondimenti dell’ultimo memoriale di Flamigni vai al blog “Guardie o ladri”

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