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Spesa pubblica senza argini, +27 mld tra il 2010 e il 2014.…

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analisi cgia

Spesa pubblica senza argini, +27 mld tra il 2010 e il 2014. Investimenti a -23,9%

Un incremento di oltre 27 miliardi di euro tra il 2010 e il 2014. Tanto sono cresciute le uscite di parte corrente (al netto degli interessi sul debito pubblico), dove confluiscono voci come le spese per il personale, i consumi intermedi, e le prestazioni sociali, negli anni in cui i governi hanno messo in campo misure correttive anche radicali, dall'allungamento dell'età lavorativa (riforma Fornero) al blocco degli stipendi della Pa, alla centralizzazione degli acquisti e i tagli ai ministeri. Per il Centro Studi della Cgia di Mestre, nessun argine sembra in grado di contenere la crescita della spesa pubblica.

Il crollo degli investimenti: nel 2010-2014 -23,9%
Il discorso vale anche per le uscite correnti in rapporto al Pil : erano pari al 41,4% nel 2010, sono cresciute al 42,8% nel 2014., quando l’apparato statale è arrivato a costare 692,4 miliardi di euro. Di segno opposto, invece, l'andamento delle principali spese in conto capitale, vale a dire gli investimenti. Se nel 2010 il valore ammontava a 64,7 miliardi di euro, nel 2014 è sceso a quota 49,2 miliardi. «In questi 5 anni - rileva la Cgia in una nota - la caduta degli investimenti è stata spaventosa: -23,9%, pari a una riduzione in termini assoluti di 15,4 miliardi di euro».

Bortolussi: governo completi lavoro Cottarelli su spending review
«Pur riconoscendo che gli effetti della crisi hanno contribuito a espandere alcune voci di spesa - spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - la tanto sbandierata spending review, purtroppo, non ha ancora sortito gli effetti sperati. Questa situazione, ovviamente, pregiudica in maniera determinante l'obbiettivo primario che il governo deve perseguire per riagganciare la ripresa, vale a dire il taglio delle tasse. Senza una drastica e strutturale sforbiciata alla spesa pubblica improduttiva, è impensabile ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Per questo, l'esecutivo deve riprendere in mano il lavoro lasciato a metà dall'ex commissario Cottarelli e portarlo a compimento. Altrimenti, il rischio che dal 2016 scattino le clausole di salvaguardia, con il conseguente aumento dell'Iva, è sempre più concreto».

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