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A Incalza 700mila euro da Green Field

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l’indagine dei Pm

A Incalza 700mila euro da Green Field

I magistrati fiorentini l'hanno ripetuto chiaro e tondo: è la Green Field Systems, società di ingegneria nata nel 1997, con ufficio nel quartiere romano dei Parioli, la chiave di volta per rintracciare i pagamenti in denaro effettuati dall'ingegnere Stefano Perotti al dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza.

Pagamenti che rappresentavano la contropartita del conferimento (indiretto, attraverso pressioni sui general contractor aggiudicatari degli appalti) degli incarichi di direzione lavori delle grandi opere.

Quanto pagava Perotti a Incalza per avere incarichi anche da 70 milioni di euro, come nel caso della linea ad alta velocità Firenze-Bologna (peraltro ricevuti «senza aver svolto alcuna prestazione»)? «Ingenti somme», affermano i magistrati, che attraverso l'ufficio antifrode dell'Agenzia delle entrate hanno ricostruito i “compensi” erogati a Incalza dalla società Green Field Systems, alimentata (anche se non ne era più socio) da Stefano Perotti: tra il 1999 e il 2008 l'alto dirigente del ministero ha percepito quasi 700mila euro (697.843,50), proventi che «hanno costituito la sua principale fonte di reddito dal 1999 al 2012». In questo periodo, dunque, Incalza avrebbe guadagnato di più dalla Green Field Systems che dal ministero delle Infrastrutture.

Gli altri due casi, citati nelle 268 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, in cui si segnala un passaggio di denaro a Incalza sono da parte della cooperativa Cmc, componente del consorzio Cavet che ha realizzato la linea ad alta velocità Firenze-Bologna, che nel periodo 1999-2008 gli ha corrisposto compensi (non meglio precisati) per 501.962 euro; e da parte della società Argo Finanziaria (Gruppo Gavio), che ha corrisposto al genero di Incalza, Alberto Donati, compensi per prestazioni professionali per 691.797 euro dal 2006 al 2010.
La centralità della Green Field Systems srl, 30mila euro di capitale sociale, si comprende guardando la sua composizione societaria e il suo portafoglio clienti, che comprende Rfi, Ferrovie, ministero dei Trasporti, Regione Lazio, Regione Molise, Servizi e infrastrutture holding e anche Spm, la società di ingegneria di cui è responsabile lo stesso Perotti, affidataria degli incarichi di direzione lavori per le linee ferroviarie ad alta velocità Brescia-Verona, Firenze-Bologna, Genova-Milano Terzo valico di Giovi, nodo alta velocità di Firenze, e per le autostrade Civitavecchia-Orte-Mestre, Reggiolo Rolo-Ferrara, Eas Ejdyer-Emssad in Libia. Nel 1998, per circa un anno, tra i soci di Green Field c'erano gli stessi Ercole Incalza e Stefano Perotti, con una quota del 5%. Nel 2000 entra a far parte del consiglio di amministrazione Sandro Pacella, stretto collaboratore di Incalza (e uno dei quattro arrestati), che esce nel 2004. Ma tra il 2001 e il 2008 lo stesso Pacella percepisce da Green Field la somma di 450.147 euro.

Oggi il 70% della società romana di ingegneria è in mano a Angelantonio Pica, presidente, e a Salvatore Adorisio, consigliere delegato, entrambi indagati nell'inchiesta fiorentina battezzata “Sistema”. I rapporti tra Perotti, Pica, Adorisio, Pacella e Incalza sono «tuttora molto frequenti», scrivono gli investigatori che, in attesa di ulteriori indagini, ritengono che «una parte delle entrate della società Green Field ha trovato fonte, direttamente o indirettamente, da Stefano Perotti e dalla società Ferrovie del Sud Est che sembra essere, in qualche modo, strettamente legata a Sandro Pacella e a Ettore Incalza in virtù dei vincoli istituzionali e delle loro relazioni personali». Buona parte delle uscite della Green Field, invece, sono state dirette a Ercole Incalza e Sandro Pacella. Come dire che la società serviva da veicolo per le tangenti.

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