
Brianzolo di Limbiate, 45 anni, titolare della MapiGroup, piccola azienda di servizi e consulenze con sede a Nova Gorica, in Slovenia, Giampietro Manenti ha rilevato dalla Dastraso Holdings le quote della società Parma FC a febbraio (per l’esattezza il 66,5% di Eventi Sportivi, la società che controlla la squadra, pare per 1 euro) e ne è diventato presidente e amministratore unico. La sua “mission impossible”, almeno fino all'arresto di questa mattina da parte della Guardia di Finanza che lo accusa di autoriciclaggio, è stata quella di evitare il fallimento della squadra di calcio e “difenderla” dalle tre istanze presentate in Prefettura con questo obiettivo da giocatori e fornitori. Evitando anche un vero e proprio terremoto per la Serie A.
In passato anche allenatore (dell'As Molino, società brianzola di terza categoria) e giocatore delle giovanili del Milan (4 partite a 14 anni, in carriera anche un passaggio nei juniores dell'Avellino e della Salernitana, senza mai giocare; poi un infortunio che ne ha fermato la carriera), cresciuto a Senago, Manenti si è trasferito a Limbiate intorno ai 18 anni, e per nove anni a Montecatini Terme, per poi tornare a Limbiate. Nel suo curriculum scolastico un diploma alla scuola agraria di Limbiate e l'università a Milano, esperienza conclusa a tre esami dalla laurea. Tre figli, tre matrimoni, Manenti ha oggi una compagna polacca.Da registrare nel 2014 il tentativo di acquisizione della squadra del Brescia, non andato a buon fine.
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