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Inchiesta Grandi opere: Incalza respinge le accuse

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interrogatorio di garanzia a regina coeli

Inchiesta Grandi opere: Incalza respinge le accuse

«Ha respinto tutte le accuse». Ercole Incalza, l'ex direttore della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, oggetto con altri tre di una misura cautelare e al centro di una vicenda di corruzione e appalti coordinata della procura di Firenze, assistito dai suoi legali ha risposto al gip nell'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli. I difensori di Incalza sono gli avvocati Nicola e Titta Madia.

L’avvocato Titta Madia: questa sarà la 15esima assoluzione
«Il mio assistito ha risposto non solo su ogni singolo caso ma anche su ogni singola telefonata: io credo che dopo aver collezionato 14 assoluzioni questa sarà la quindicesima», ha commentato l'avvocato Titta Madia, difensore di Ercole Incalza, lasciando il carcere di Regina Coeli al termine dell'interrogatorio di garanzia. «Mi pare che l'ingegnere Incalza abbia reagito bene e con grande forza d'animo a questa difficile prova», ha aggiunto.

Ha reagito con grande forza d'animo
«Mi pare che abbia reagito bene e con grande forza d'animo a questa prova molto difficile», ha riferito l'avvocato Titta Madia.

Incalza ha difeso il ministro Lupi
Ercole Incalza avrebbe difeso il ministro Lupi dicendo al Gip di aver avuto con lui «solo ed esclusivamente rapporti istituzionali». L'ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture avrebbe in sostanza sgombrato qualsiasi ombra sull'operato del ministro.

Per la procura «scenario devastante di corruzione sistemica»fra le cause della dell’abnorme lievitazione dei costi
Nella richiesta del pm di misure cautelari per Incalza e altri della procura di Firenze si legge che questa «non è una storia di ordinaria corruzione», ma uno «scenario di devastante corruzione sistemica nella gestione dei grandi appalti». Gli atti parlano, rileva il pm di «un'organizzazione criminale di spessore eccezionale che ha condizionato per almeno un ventennio la gestione dei flussi finanziari statali». L'organizzazione che per venti anni ha gestito gli appalti pubblici in Italia, secondo la richiesta di misure cautelari del pm di Firenze, «può essere considerata una delle cause, se non la principale, della lievitazione abnorme dei costi, della devastante distorsione delle regole della sana concorrenza economica, di efficienza e trasparenza e non da ultimo dell'aumento esponenziale del debito pubblico nazionale». I pm nella richiesta di custodia cautelare scrivono che «Allorché il ministro Lupi chiede ad Incalza di ricevere il figlio Luca, all'evidente fine di reperire una soluzione lavorativa in favore di quest'ultimo, lo stesso Incalza immediatamente si rivolge al Perotti, il quale subito si attiva».

Lupi: Incalza non ha rapporti col ministero da fine 2014
«L'ingegner Incalza dal 31 dicembre 2014 non è più direttore dell'unità tecnica di missione e non ha né un rapporto di consulenza, né di collaborazione con il ministero», ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, intervenendo in Aula della Camera durante il Question time.

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