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Pisapia annuncia le dimissioni. Le reazioni dei politici tra inviti a…

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Pisapia annuncia le dimissioni. Le reazioni dei politici tra inviti a restare e bocciature

Giuliano Pisapia non si ricandiderà come sindaco di Milano nel 2016. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino del capoluogo lombardo nel corso di un incontro nel pomeriggio con la stampa. Una scelta, spiega Pisapia, dettata «non da stanchezza» ma da «coerenza» per averlo annunciato nel 2015. Le prime reazioni sono arrivate da esponenti del centro-sinistra, e sono stati inviti al ripensamento, nel tardo pomeriggio si sono aggiunte quelle del centro destra che hanno colto l’occasione per tracciare un bilancio negativo dell’operato di Pisapia. Il Pd cittadino invece, colto un po’ di sorpresa, ha già indetto una riunione «anche stasera» per gestire a breve-lungo termine il fascicolo «sindaco di Milano». Partiamo da qui per una rassegna di reazioni.

Il coordinatore metropolitano del Pd, Pietro Bussolati, ha già convocato una riunione di maggioranza «forse già per questa sera», instradandosi sulla via già indicata da Pisapia che aveva riconosciuto nelle primarie «un totem»: «dobbiamo avviare da subito un confronto all'interno del centrosinistra e individuare il percorso per arrivare alle elezioni del 2016» ha prontamente reagito Bussolati, aggiungendo che «questo percorso dovrà necessariamente prevedere il passaggio dalle primarie per la scelta del candidato sindaco». «Rispetto la decisione di Pisapia - ha detto il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri - ora dobbiamo continuare a lavorare insieme per la riuscita di Expo e per costruire il progetto per rivincere il Comune di Milano nel 2016».

Ancora dal centro-sinistra
«Il cambiamento di Milano in questi anni è sotto gli occhi di tutti: per questo a Giuliano Pisapia va un grande ringraziamento, per il lavoro fatto e per come è riuscito a parlare a tutta la città, facendo incontrare bisogni e interessi e chiedendo un coinvolgimento a tutti i milanesi, attorno al bene di Milano». Lo ha dichiarato Patrizia Toia, capodelegazione Pd al Parlamento europeo a cui Barbara Pollastrini - ha aggiunto un invito a ripensaci.

Il suo movimento Sel
«Rispettiamo la decisione di Pisapia, anche se in queste ore, insistiamo a chiedergli di ripensarci. Con Giuliano e la sua esperienza di governo abbiamo una Milano migliore, una Milano che è tornata ad essere una delle capitali del mondo. Una città aperta e inclusiva dopo la stagione dell'egoismo leghista». Lo afferma Sinistra ecologia libertà con il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni.

Centro-destra tranchant
«Pisapia non si ricandida: la sinistra nasconde la polvere sotto il tappeto, ma i milanesi non dimenticano quattro anni pessimi» scrive per primo Giovanni Toti (Fi) su twitter seguita a ruota da Mariastella Gelmini, coordinatrice di Forza Italia Lombardia, per cui «è sbalorditivo che un primo cittadino, non solo non si ricandidi, ma addirittura dia l’annuncio della rinuncia a più di un anno dalle elezioni, oltretutto alla vigilia di Expo. Si consegna a un destino di sindaco a mezzo servizio, in balia delle pressioni dei partiti».

Esulta la Lega
«Non a caso l'annuncio dell'addio di Pisapia arriva il 22 marzo, ultima delle cinque giornate di Milano, ed è l'annuncio di una liberazione - detto all'Ansa il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini -. Pare che la Madonnina in cima al Duomo abbia finalmente sorriso. Lui e il Pd sono costretti ad ammettere il loro fallimento, Milano non è mai stata così sporca, trascurata, tassata, insicura».

Formigoni, e se lasciasse subito?
«Pisapia non si ricandida, il fallimento è colossale, i milanesi non ne possono più. E se lasciasse subito, perché prolungare agonia e degrado?».

L’amico-nemico
Su Facebook, Stefano Boeri, sfidante di Pisapia alle primarie del 2010 - che videro poi la vittoria di Pisapia - e assessore in Giunta, prima che le divergenze separassero le loro strade ricordo che «con Giuliano Pisapia ho condiviso i momenti bellissimi della campagna elettorale del 2010 e gli aspri conflitti successivi, soprattutto riguardo ad Expo e alla visione della Milano che sarà. Mi auguro che Milano non perda il contributo, culturale e politico, di una personalità come la sua».

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