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oltre il caso pirelli

Ai cinesi piace il manager italiano: Gianfranco Lanci sale ai vertici di Lenovo

Multinazionali cinesi con il cuore e la mente italiana. Se il colosso ChemChina conferma Marco Tronchetti Provera al timone di Pirelli ecco Lenovo, altro colosso cinese questa volta dell’high tech, che punta sempre più su un top manager italiano. Lui è Gianfranco Lanci che dal prossimo 1° di aprile contemporaneamente all’inizio del nuovo anno fiscale aggiungerà la qualifica di Corporate president della multinazione di pc e smartphone a quella di Chief operating officer. È l’effetto di una riorganizzazione interna che fa scalare un altro gradino nell’organigramma di Lenovo a Lanci. Al vertire resta naturalmente Yang Yuanqing, presidente e ceo della società.

Lanci diventa così il leader di tutte le organizzazioni per aree geografiche della multinazionale con la nuova responsabilità dell’Enterprise business group accanto a quella “storica” di capo del Pc group. In altre parole ha la responsabilità end-to-end delle performance e della gestione in queste aree conservando la posizione di Chief operating officer.

Contemporaneamente Lenovo ha anche annunciato la nomina di Gerry Smith a Executive vice president e Chief operating officer del Personal computer ed Enterprise business group e riporterà direttamente a Lanci. Smith diventa così leader delle Global operations per queste aree di business, rappresentano oltre l’80% del fatturato. La nuova strategia nasce a seguito dell’integrazione degli smartphone Motorola da Google, che ha fatto diventare Lenovo il numero 3 al mondo in questo business, e dei server “System x” da Ibm.

Da quando è entrato in Lenovo nell’aprile 2012 come responsabile dell’Area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) Lanci è stato un protagonista di una rapida ascesa riuscendo a fare diventare la società cinese il primo produttore al mondo di pc con una quota di mercato del 20 per cento. Un successo raggiunto anche grazie alla profonda conoscenza del mercato e la vision maturata in trent’anni di carriera professionale.

Dopo la laurea in ingegneria civile ottenuta al Politecnico di Torino entra in Texas Instrument nel 1981 e anno dopo anno inizia a fare carriera cavalcando l’onda dell’informatica personale. Diventa Country manager di Italia, Medio Oriente e Africa per la divisione stampanti e pc portatili e in seguito Presidente Emea della divisione “Productivity products”. All’epoca i notebook Ti erano apprezzati ma dal mercato arrivarono forti segni di volatilità che portarono, era la fine del 1996, alla decisione della multinazionale Usa di mettere sul mercato la divisione notebook. A dicembre l’annuncio dell’operazione e del nome del compratore: Acer, gruppo di Taiwan che produceva i notebook per Ti. «Staremo a vedere» disse all’epoca Lanci, tradizionalmente parco di parole.

Entrato nel gruppo taiwanese ebbe l’occasione di mettere mano alla macchina e ancora una volta fu il protagonista di una rapida carriera. In cinque anni diventa il presidente dell’area Emea e nel 2005 presidente di Acer Inc. Nel 2008 , conquistata con i risultati la fiducia di Stan Shih, il fondatore della società, e diviene presidente e Ceo di Acer, il secondo produttore al mondo di pc. Il marchio è forte, fortissimo in tutto il mondo e grazie a una redditività record entra nel novero dei top sponsor di Ferrari, Ducati e Yamaha (Valentino Rossi firma alcuni modelli di portatili), Milan e Inter, per finire con le Olimpiadi di Vancouver 2010 e Londra 2012. In quegli anni accanto a Lanci spicca un altro italiano, Gianpiero Morbello che arriva a ricoprire la posizione di Global marketing e Pr del gruppo Acer.

Tutto bene? Fino a quel momento sì, ma stava per iniziare la rivoluzione di tablet e smartphone. Se finora il notebook era il dispositivo “personale”, nel 2010 milioni di utilizzatori passano in massa al tablet, all’Ipad e derivati. Una migrazione che coglie impreparata Acer, nonostante Lanci volesse spingere la società in quella direzione senza però trovare il consenso nel resto del board. A quel punto, era il marzo 2011, decide di uscire dalla società e Acer, legata al core business dei notebook, perde quote di fatturato sino a quando Stan Shin riprende le redini dell’azienda.

Lanci un breve periodo ritorna tra Milano, Torino e le colline del suo amato Piemonte. Per una volta ha più tempo a dispozione per dedicarsi alle sue vere passioni: il ciclismo, l’enologia, il calcio e la lettura. Una pausa che dura solo quel tanto che basta per rispettare anche la clausola di non concorrenza con Acer.

Nel frattempo all’orizzonte si profila Lenovo, il più grande produttore di pc al mondo, che nel 2005 ha acquistato la divisione personal computer da Ibm poi quella della giapponese Nec e di alcuni produttori nazionali. Lenovo punta anche al mercato enterprise e nel suo portafoglio entra l’americana Emc poi, nel 2014, la parte server di Ibm.

Per certi aspetti come la vision e la forza del marchio Acer e Lenovo si assomigliano molto e l’ingresso dell’ingegnere italiano nel top management sembra un passo quasi naturale. Per un brevissimo perioso diviene consulente della multinazionale cinese poi inizia, un’altra volta, la sua personalissima cronoscalata.

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