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Corruzione, sì alla prescrizione lunga. Orlando: possibili modifiche al Senato

Via libera dell’Aula della Camera con 274 sì, 26 no e 121 astenuti al ddl sulla riforma della prescrizione, che ora passa all’esame del Senato. Sì, dunque, al raddoppio dei tempi per i reati di corruzione propria, impropria e in atti giudiziari, e al differimento del decorso del termine alla maggiore età nel caso di reati di abuso sui minori.

L’esame del disegno di legge era partito la scorsa settimana, ma era stato subito interrotto. Nelle prime battute della seduta di oggi, l’Assemblea ha bocciato (337 no, 40 sì e 19 astenuti) gli emendamenti per la soppressione dell’articolo 1 sull’aumento della metà dei termini di prescrizione per i reati di corruzione, presentati tra gli altri dal centrista Alessandro Pagano (Ncd). Governo e relatori erano di parere contrario. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha aperto a possibili ritocchi al Senato ma - ha avvertito - «sull’impostazione della prescrizione non credo si possa tornare indietro».

Le novità in pista
Il termine-base di prescrizione dei reati di corruzione propria e impropria e in atti giudiziari aumenta della metà. Per esempio, per la corruzione ex art. 319, punita a legislazione vigente fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni, pena l’estinzione del reato. In generale, la prescrizione resta sospesa per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello. La sospensione però non valein caso di assoluzione e ha comunque effetto limitatamente agli
imputati contro cui si procede. Oltre alle ipotesi di sospensione già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa anche nel caso di rogatorie all’estero (6 mesi), perizie complesse chieste dall’imputato (3 mesi) e istanze di ricusazione. In linea con le convenzioni internazionali e gli ordinamenti europei, infine, per i più gravi reati contro i minori (violenza sessuale, stalking, prostituzione, pornografia ecc.) la prescrizione decorre dal
compimento del diciottesimo anno. Tutte le nuove norme si applicheranno ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge.

Ap annuncia l’astensione dopo apertura a modifiche di Orlando
Area popolare (Ncd-Udc), messa in difficoltà dalle dimissioni di Lupi, ha insistito nel chiedere la soppressione dell’inasprimento previsto dalla cosiddetta “prescrizione lunga”, mentre il Pd ha tenuto il punto. Dopo la bocciatura dell’emendamento soppressivo Pagano i centristi parevano intenzionati al voto contrario al momento del voto finale. Poi la scelta di astenersi, alla luce dell’apertura a possibili modifiche al testo nel passaggio al Senato annunciate in Aula dal Guardasigilli.

Ferranti (Pd): risposta seria della politica a impunità della corruzione
Esulta Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, per il via libera a larghissima maggioranza ai primi due articoli della riforma. «È un voto - ha sottolineato - che rappresenta una risposta seria e consapevole della politica all’impunità che spesso circonda i gravissimi reati di corruzione e risolve in linea con le convenzioni internazionali il rischio di un colpo di spugna sui delitti commessi nei confronti dei minori».

Orlando: possibili modifiche nel passaggio al Senato
Difendendo in aula il ddl Ferranti il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato di «segnale positivo» che tuttavia andrà probabilmente modificato «in seconda lettura» per «unìesigenza di coordinamento del testo con la riforma sulla ragionevole durata del processo all'esame di Montecitorio e l’aumento delle pene» previsto dal ddl anticorruzione a Palazzo Madama. Orlando ha respinto poi le accuse che vogliono la riforma della prescrizione una sorta di “risarcimento” ai magistrati per la recente riforma della responsabilità civile delle toghe: «Non è uno scambio perché è stato approvato nello stesso Cdm della responsabilità civile delle toghe».

Riforma ragionata, nessun aumento irragionevole dei tempi processuali
No del ministro anche all’accusa «di aumentare in modo irragionevole e senza un disegno l'insieme dei tempi di prescrizione e quindi i tempi dei processi. È vero che non sono stati allungati i tempi di prescrizione di alcuni reati e di altri sì, ma non perché riteniamo più grave la corruzione di altri reati contro la Pa ma perché ci siamo basati sul fatto che la corruzione emerge molto dopo da quando il reato si è concluso».

Costa: da dibattito indicazioni utili per l’esame al Senato
A conferma dell’apertura del governo arrivano poi le parole del viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd). «Le norme sulla prescrizione vanno necessariamente lette in stretta combinazione con quelle che sono finalizzate a garantire tempi certi e rapidi dei processi spiega in una nota - e il Governo è impegnato su entrambi i fronti. L’iter parlamentare del provvedimento sulla prescrizione vede oggi una sua fase importante ma non definitiva, con un dibattito e una fisiologica e costruttiva dialettica anche tra forze di maggioranza, da cui emergono spunti e proposte utili anche in vista dell'esame del testo al Senato».

Dambruoso (Sc): su riforma Parlamento mostri coraggio
Nel corso del dibattito in aula, Stefano Dambruoso (Sc) ha chiesto al Parlamento di mostrare coraggio sul fronte della prescrizione «anziché continuare a tergiversare cercando mediazioni improbabili». Allungare il termine della prescrizione per il reato di corruzione della metà rispetto al termine attuale «ha una sua ratio», perché «viene infatti scoperto con maggiore difficoltà, in quanto fondato su un accordo illecito quasi sempre privo di un denunciante». «Agganciare la ripresa economica - ha concluso Dambruoso «non può essere più soltanto uno slogan. Gli italiani innanzitutto, assieme alla comunità internazionale, hanno bisogno di vedere riforme concrete. Perseguire sino in fondo la corruzione conferirà all'Italia quello status di credibilità di cui oggi è parzialmente priva».

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