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Grandi Opere: no del gip alla scarcerazione, Incalza resta in cella

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inchiesta “sistema”

Grandi Opere: no del gip alla scarcerazione, Incalza resta in cella

Ercole Incalza, l'ingegnere ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture, resta in carcere a Regina Coeli a Roma. Lo ha deciso il gip del tribunale di Firenze respingendo la richiesta di scarcerazione avanzata dai difensori durante l'interrogatorio di garanzia. Incalza è stato arrestato la scorsa settimana nell’ambito dell'indagine sui Grandi Appalti che vede indagate oltre 50 persone.La sua permanenza nel carcere romano terminerà il prossimo 16 aprile, a meno di ulteriori richieste di proroga della detenzione da parte della Procura di Firenze che conduce le indagini.

Ancora da valutare la richiesta di scarcerazione di Perotti
Il gip fiorentino Angelo Pezzuti avrebbe riscontrato la permanenza delle esigenze cautelari e dei motivi che hanno indotto la procura a chiedere l’arresto dell’indagato. Incalza è stato arrestato lunedì 16 marzo insieme all'imprenditore Stefano Perotti. Ai domiciliari sono invece finiti il collaboratore di Incalza, Sandro Pacella e un altro imprenditore, Francesco Cavallo. Il gip di Firenze deve ancora decidere sulla richiesta di scarcerazione di Perotti.

La difesa: scelta non condivisibile, Incalza ha chiarito tutto
«Abbiamo letto l'ordinanza del gip: la rispettiamo ma non la condividiamo», hanno dichiarato gli avvocati di Incalza, Titta e Nicola Madia, commentando a caldo la decisione del gip . Per la difesa, Incalza «ha chiarito tutto durante il suo interrogatorio», e la stessa ordinanza di custodia cautelare evidenziava «l'assoluta insussistenza di qualsiasi ipotesi di reato, dato che non si indica in quali dazioni di denaro sarebbe consistita la corruzione». Per una persona di 70 anni, concludono i deu legali, «la detenzione in carcere appare non giustificata.Lo stesso codice prevede che persone di questa età debbano essere ristrette in carcere solo per casi eccezionali. Comunque restiamo fiduciosi: prima o poi le ragioni di Incalza si affermeranno».

Incalza fortemente dimagrito ma sereno
Parlando delle condizioni del loro assistito, i lagali hanno parlato di un forte dimagrimento (sette kg dal momenbto dell’arresto): «La carcerazione è un trauma, ma nonostante tutto è sereno. Ha chiesto di poter avere dei libri e mi ha detto: “avvocato, non si preoccupi per me, sono forte e reggerò questa prova”. Il personale carcerario - ha concluso Titta Madia - ha sempre dimostrato una eccellente professionalità e una grande umanità».

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