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«Regali a Lupi? Solo per amicizia»

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«Regali a Lupi? Solo per amicizia»

  • –Silvia Pieraccini

parcelle salate

L’avvocato: «Ci sono lavori

cui Cavallo ha collaborato

che possono fruttare

anche 14 milioni di euro,

fatte le proporzioni...»

FIRENZE

«I regali all’ex ministro Maurizio Lupi e a suo figlio Luca? Sono frutto di un’amicizia trentennale, non c’è niente di illegittimo, è tutto alla luce del sole e trasparente». Ha risposto così al giudice per le indagini preliminari che l’ha interrogato Francesco Cavallo, 54 anni, milanese, amico dell’ingegnere Stefano Perotti, indagato per tentata induzione indebita, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e associazione per delinquere, agli arresti domiciliari da una settimana per l’inchiesta sulle Grandi opere aperta dalla Procura di Firenze.

Cavallo, secondo i magistrati, sarebbe stato il mediatore-aiutante di Perotti, colui che – forte della sua capacità di pubbliche relazioni – avrebbe intessuto i rapporti col ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per far affidare la direzione lavori delle grandi opere a Perotti (e avrebbe fatto confezionare un abito sartoriale per Lupi e consegnato un orologio Rolex al figlio dell’ex ministro per la laurea). In cambio, sostiene la Procura fiorentina, Perotti gli avrebbe garantito un compenso mensile di circa 7mila euro (saliti a 8mila a partire da ottobre 2014), apparentemente giustificato dalla causale “servizi professionali”, come prezzo della propria mediazione illecita verso i pubblici ufficiali.

Cavallo (che dal 18 febbraio scorso era anche presidente di Centostazioni, società Fs da cui si è dimesso il 18 marzo dopo essere finito sotto inchiesta) ieri ha però negato ogni intento illecito: «Tutta l’indagine – ha spiegato il suo avvocato, Sergio Spagnolo – si fonda sul fatto che Perotti avrebbe pagato Cavallo per le sue mediazioni illecite al ministero, ma Cavallo svolge un lavoro di pubbliche relazioni, sia con il privato sia con il pubblico, e il suo ruolo è, professionalmente, mettere in connessione delle persone. Per Perotti ha svolto molti incarichi, non solo quelli di cui si parla nelle carte delle indagini, e da molto prima che Lupi diventasse ministro. Cavallo non ha mai utilizzato la sua amicizia con Lupi per scopi illeciti».

E sulle parcelle “salate” di Cavallo, l’avvocato ha chiarito: «Ci sono lavori a cui ha collaborato che, nel caso in cui siano realizzati, possono fruttare anche 14 milioni di euro. Quindi, fatte le proporzioni... ci sono migliaia di società che fanno quel tipo di lavoro».

Infine Cavallo ha ribadito la propria estranietà al sistema delle tangenti ipotizzato dalla Procura: «Su questa storia vorrei fare un film – ha detto – ma il tempo è galantuomo. Favori a Lupi? Se gliene avessi chiesto uno mi avrebbe mandato a spendere».

Si è invece rifiutato di rispondere alle domande del gip Sandro Pacella, 54 anni, romano, terzo arrestato (il quarto è il dirigente ministeriale Ercole Incalza) dell’inchiesta, anche lui ai domiciliari, indicato come collaboratore-tuttofare di Incalza e indagato per corruzione e associazione per delinquere. «Respingo fermamente ogni addebito», si è limitato a dire Pacella prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha riferito il suo avvocato Urbano Del Balzo, che l’ha definito «molto provato».

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