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Pensioni, Boeri: evasione contributiva per almeno due miliardi.…

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operazione trasparenza

Pensioni, Boeri: evasione contributiva per almeno due miliardi. «L’Inps d’ora in poi sarà inflessibile»

«In Italia ci sono troppi abusi nel versamento dei contributi previdenziali». Per questo il neo presidente Inps Tito Boeri ha annunciato una grande “operazione trasparenza”: l’istituto sarà «inflessibile» nel prevenire il fenomeno, anche rendendo «più efficienti gli ispettorati», e cercherà di «documentare a tutti gli iscritti il legame tra contributi previdenziali e le pensioni», simulando a scopo informativo il nesso esistente «perchè molti pensano che questi contribuiti siano una sorta di tassa».

Al via approfondimenti sulle gestioni speciali
I soldi versati - ha spiegato Boeri nel corso di un convegno promosso oggi a Milano da Confapi Industria - non saranno quindi più percepiti come una tassa ma come una vera forma di risparmio». In questo quadro, Boeri ha poi annunciato per la prossima settimana l’avvio di una serie di approfondimenti dell’Istituto su tutte le gestioni speciali.

Un esempio: i falsi lavoratori part time
Ma quali sono le dimensioni degli abusi nei versamenti previdenziali denunciati da Boeri? Le tipologie sono diverse: a titolo di esempio, è possibile citare l’evasione previdenziale connessa al lavoro non regolare dei dipendenti delle imprese assunti con contratti part-time ma con posizioni lavorative effettive a tempo pieno. In pratica, i lavoratori part time che in realtà lavorano a tempo pieno, ma per i quali l’azienda versa all’istituto contributi calcolati su un falso orario ridotto.

Evasione stimata di 2-3 mld l’anno
Il fenomeno, analizzato dal Working Paper Istat 3/2014 («“Nero a metà”: contratti part-time e posizioni full-time fra i dipendenti delle imprese italiane») comporta «un imponibile annuale non dichiarato fra i due e i tre miliardi di euro» negli anni 2010 e 2011, «corrispondente a oltre 5 mila euro l'anno per ciascun falso part-time». Secondo lo studio «sarebbe (...) non dichiarato oltre un terzo dell'imponibile contributivo di questi occupati», che «corrisponde circa all'1% dell'imponibile» di tutti i dipendenti part-time e full-time.

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