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Tremonti, chiesta l’autorizzazione a procedere per corruzione

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la procura di milano

Tremonti, chiesta l’autorizzazione a procedere per corruzione

La procura di Milano ha chiesto al Senato l'autorizzazione a procedere contro l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, accusato di corruzione per una (presunta) finta parcella di 2 milioni e 400mila euro pagata da Finmeccanica. Secondo i magistrati di Milano i soldi sarebbero stati versati nel 2008 per convincere l'allora ministro a dare il suo assenso a un'operazione miliardaria: l'acquisizione della società americana Drs da parte di Finmeccanica per 3,4 miliardi di euro.

È partendo da questa ipotesi che la procura di Milano ha chiesto nei giorni scorsi l'autorizzazione a procedere. Il Tribunale dei ministri di Milano, infatti, dopo aver ricevuto gli atti dell'inchiesta dalla procura, aveva ordinato ai sostituti procuratori Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, titolari delle indagini, di chiedere l'autorizzazione a procedere per andare avanti con il procedimento. La richiesta, firmata anche dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, dovrà essere valutata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama.

Nella stessa inchiesta sono indagati anche l'ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, l'ex direttore finanziario (ed ex amministratore delegato) della società, Alessandro Pansa, ed Enrico Vitali, uno dei soci dello studio tributario dell'ex ministro.
L'indagine era partita dalla procura di Roma, dove il pm Paolo Ielo aveva raccolto nel 2010 la testimonianza del faccendiere Lorenzo Cola, utilizzato da Guarguaglini per l'acquisizione della Drs. Per questa operazione Finmeccanica avrebbe pagato a Cola una consulenza da 16,6 milioni di dollari. Davanti al pm, Cola aveva parlato di Tremonti, sostenendo che l'ex ministro sarebbe stato inizialmente contrario all'operazione Drs-Finmeccanica ma che poi avrebbe dato il via libera dopo la firma di un contratto di consulenza affidato da Finmeccanica allo studio tributario Vitali Romagnoli Piccardi & Associati, fondato da Tremonti.

L'incarico al centro dell'inchiesta venne dato congiuntamente alla società di revisione Ernst & Young e allo studio di Tremonti (l'ex ministro in quegli anni si era dimesso e ne è rientrato recentemente). Per quella consulenza, Ernst & Young aveva incassato 1,6 milioni di euro, lo studio Vitali Romagnoli Piccardi & Associati (che oggi si chiama Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi & Associati) ne aveva ricevuti 2,4. Il contratto di consulenza, osservano i pm di Milano, venne stipulato l'8 maggio 2008 (lo stesso giorno in cui Tremonti tornò a ricoprire l'incarico di ministro) e l'acquisizione della Drs avvenne invece quattro giorni dopo, il 12 maggio.

Tremonti ha sempre sostenuto di non aver mai «chiesto o sollecitato nulla e in nessun modo da Finmeccanica. Ben prima di entrare nel governo, insediatosi venerdì 8 maggio 2008 – aveva spiegato lo scorso ottobre, quando si scoprì che era stato iscritto nel registro degli indagati - mi sono cancellato dall'ordine degli avvocati e sono uscito dallo studio in base ad atto notarile e perizia contabile. Ci sono rientrato solo nel 2012, un anno dopo la fine del governo, come prescrive la legge». Tremonti aveva poi aggiunto che «l'operazione Drs-Finmeccanica ha interessato e coinvolto la politica industriale e militare di due Stati. Come risulta dai documenti Sec e Consob, l'operazione è iniziata nell'ottobre 2007 ed è stata conclusa lunedì 12 maggio 2008. Anche seguendo il calendario, si può dunque verificare che, per la sua dinamica irreversibile e per la sua natura internazionale, l'operazione non era da parte mia né influenzabile, né modificabile, né strumentalizzabile».

Lo scorso ottobre, i pm Pellicano e Polizzi avevano fatto perquisire lo studio di Tremonti per un'altra inchiesta legata a un presunto riciclaggio di denaro dell'ex deputato Marco Milanese (ed ex braccio destro dello stesso Tremonti) nata dalle dichiarazioni dell'imprenditore Paolo Viscione.

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