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Mai più inchini davanti alle case dei boss

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processioni pasquali

Mai più inchini davanti alle case dei boss

La Chiesa ha deciso, nella settimana santa che precede la Pasqua, di porre un argine alla deriva delle processioni religiose in Calabria.
Sulla scia delle durissime prese di posizione contro ogni mafia di Papa Francesco, anche i vescovi si sono fatti sentire in questi ultimi giorni, emanando nuove e ferree regole nel rispetto della religione. Ancora troppo forti, infatti, sono le polemiche sugli inchini (veri o presunti) delle statue della madonna davanti alla case dei boss o delle famiglie più influenti dei paesi calabresi.
Oppido Mamertina, insomma, ha fatto scuola.

E proprio il vescovo di Oppido, monsignor Francesco Milito, ha diffuso una guida alle celebrazioni, esercizi spirituali e processioni, ricordando che queste ultime devono svolgersi in un clima di «austerità, di silenzio e di preghiera». «Nella diocesi – si legge nel documento – è diffusa la tradizione dell'incontro della Madre con il Figlio risorto, comunemente chiamata Affruntata…il suo svolgimento non deve assumere aspetti di maggiore rilevanza delle stesse celebrazioni liturgiche della domenica di Pasqua, né dare luogo ad inappropriate commistioni».

Anche il vescovo della diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera, monsignor Luigi Renzo, ha varato un nuovo regolamento sulle processioni e ripristinato l'Affruntata di Sant'Onofrio. Tema delicatissimo è quello dei portatori delle statue: spessissimo, non solo in Calabria ma in genere in tutto il sud, venivano scelti tra i rampolli o i fedelissimi delle famiglie mafiose, per tradizione e per mostrare il segno del comando e della “commistione” sul territorio. In questa diocesi scatterà l'estrazione da un elenco di prenotati il giorno della Domenica delle Palme e sparisce l'”incanto”, vale a dire le offerte in denaro, libere o meno, in base alle quali si sceglievano i portatori.

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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