L'Aula della Camera ha approvato il disegno di legge che introduce nel codice penale il reato di tortura, in linea con quanto previsto da numerosi trattati internazionali. I sì sono stati 244, i no 14, gli astenuti 50. A favore del provvedimento oltre ai partiti della maggioranza (Pd, Ap, Scelta civica) ha votato anche Sel. Voto contrario di Forza Italia e Lega. Si è astenuto il M5s. Il ddl contro la tortura deve comunque passare al Senato per la terza lettura, viste le modifiche apportate a Montecitorio. Tra le principali novità rispetto al testo licenziato dalla commissione della Camera, la reclusione che sale da cinque a 15 anni (e non più 12) per i pubblici ufficiali che commettono il reato di tortura e l’aumento della pena detentiva fino a un massimo di 6 anni per il reato di istigazione alla tortura del pubblico ufficiale.
Appello Orlando: voto su ddl sia più ampio possibile
Il Guardasigilli Andrea Orlando ha rivolto un appello a tutte le forze politiche «affinché il voto sul ddl che introduce il reato di tortura sia il più ampio possibile, così che sia un risultato da portare davanti alla Corte di Strasburgo di tutto il parlamento». E ha chiesto che la discussione sui fatti della Diaz «non pregiudichi un traguardo per tutto il Paese».
Tortura, ok aggravante per pubblici ufficiali: fino a 15 anni carcere
Salgono dunque fino a un massimo di 15 (e non più 12) gli anni di pena se a commettere il reato di tortura sono pubblici ufficiali (ossia anche le forze dell’ordine) con abuso di poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio. È quanto prevede un emendamento, approvato dall'Aula di Montecitorio, presentato da Alternativa libera (ex grillini), poi riformulato dal relatore al ddl.
Pena raddoppiata per istigazione di pubblico ufficiale
Pena di reclusione da 1 a 6 anni (e non più da sei mesi a tre anni) per il pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) che, nell' esercizio delle funzioni o del servizio, istiga altro pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) a commettere il delitto di tortura. È quanto prevede invece un altro emendamento all'art. 1 del ddl tortura del M5S, riformulato dal relatore, approvato dall'Aula della Camera. Un altro emendamento prevede che se dal fatto ascrivibile al reato di tortura deriva «la morte quale conseguenza non voluta, le pene sono aumentate di 2/3». La pena prevista precedentemente alla proposta di modifica della commissione era invece pari a trent'anni di reclusione. Resta l'ergastolo «se il colpevole cagiona volontariamente la morte» della vittima.
Camera accelera su reato tortura
Il Parlamento sta accelerando sul disegno di legge che introduce, in Italia, il reato di tortura. Le votazioni sono iniziate oggi alla Camera sul testo che è già stato approvato dal Senato. Gli ottimisti sperano di licenziare il testo già questa settimana in modo da consentire il ritorno a Palazzo Madama e l'approvazione, definitiva, entro l'estate. I pessimisti, e i critici, invece non la pensano così. M5S, che parla di una legge che rischia di essere «inefficace», si è astenuto al momento del voto finale. Anche la Lega ha annunciato voto contrario («Il reato di tortura è l'ennesimo regalo ai ladri e l'ennesimo attacco alle guardie - ha detto il segretario Matteo Salvini - La Lega è l'unica contraria»), convinta del fatto che dietro la norma si maschera un attacco alle forze dell'ordine. Timore quest'ultimo espresso anche da Fi e Udc.
Reato di tortura atteso da 30 anni
Pesa la condanna inflitta due giorni fa all'Italia, per tortura, dalla Corte di Strasburgo per la «macelleria messicana» che la polizia mise in atto nella scuola Diaz di Genova nella notte del 21 luglio 2001. Il giorno dopo lo “schiaffo”, tutti ora chiedono che il testo arrivi il prima possibile al Senato e che sia approvato definitivamente. Del resto in Italia di reato di tortura si parla da circa 30 anni. La prima proposta di legge sul tema, a firma del senatore Nereo Battello del Pci, risale addirittura al 1989 l'anno dopo la ratifica dell'Italia della Convenzione Onu contro la tortura, approvata a New York nel 1984.
Tortura reato comune
Ecco cosa prevede nel dettaglio il disegno di legge. L'art. 1 prevede che quello di tortura sia un reato comune, punibile con la reclusione da 4 a 10 anni e ascrivibile a chiunque «con violenza o minaccia ovvero con violazione dei propri obblighi di protezione o assistenza, intenzionalmente cagiona a una persona a lui affidata, o comunque sottoposta a sua autorità, vigilanza o custodia, acute sofferenze fisiche o psichiche» per «ottenere informazioni o dichiarazioni, per infliggere una punizione, per vincere una resistenza» o «in ragione dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose». Se poi a torturare è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio la pena è aggravata da 5 a 15 anni.
Termini di prescrizione raddoppiati
Si raddoppiano i termini di prescrizione; se prima non interviene il processo il reato si estinguerà in 20 anni. In caso di lesioni personali, lesioni personali gravi e gravissime la pena aumenta di un terzo nei primi due casi e della metà nel terzo. Se si provoca la morte della persona offesa, come conseguenza non voluta, la pena sale a trenta anni di reclusione ed è previsto l'ergastolo se si è volontariamente provocata la morte della persona offesa. Divieto assoluto di espulsione o respingimento verso paesi che praticano la tortura e qualsiasi dichiarazione o informazione estorta sotto tortura non sarà utilizzabile in un processo; varranno, però, come prova contro gli imputati di tortura. Stop - nel rispetto del diritti internazionale - anche all'immunità diplomatica a chi è condannato o indagato nel suo Paese d'origine. Prevista infine l'estradizione di un cittadino straniero verso il Paese richiedente nel caso in questo risulti indagato o condannato per il delitto di tortura.
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