Italia

La «bolla» del Papa sul Giubileo: «Corruzione, piaga…

  • Abbonati
  • Accedi
l’Anno santo straordinario

La «bolla» del Papa sul Giubileo: «Corruzione, piaga putrefatta della società»

Misericordia, «l'architrave che sorregge la vita della Chiesa». Nella “bolla” di indizione del Giubileo straordinario deciso da Papa Francesco c'è la sintesi pastorale del suo pontificato, già espressa nella Evangelii Gaudium ma alla quale ora viene impressa una forte accelerazione, all'inizio del terzo anno del suo ministero da Pontefice. Misericordia, quindi, declinata come pellegrinaggi, perdono e indulgenza, linee guida - ispirate molto al suo predecessore, Giovanni XXIII, tanto che l'inizio del Giubileo cadrà nel cinquantesimo della chiusura del Concilio Vaticano II - che stanno ispirando l'azione di Bergoglio e che quest'anno assume particolare significato con il Sinodo sulla famiglia.

Il richiamo sulla corruzione
Un richiamo particolarmente forte è sulla corruzione, «questa piaga putrefatta della società, un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. È un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. La corruzione è un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l'illusione del denaro come forma di potenza. È un'opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall'intrigo. Corruptio optimi pessima, diceva con ragione san Gregorio Magno, per indicare che nessuno può sentirsi immune da questa tentazione. Per debellarla dalla vita personale e sociale sono necessarie prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia. Se non la si combatte apertamente, presto o tardi rende complici e distrugge l'esistenza». Parole ancora più forti di quanto pronunciato fino ad oggi, e rivolte anche dentro la Chiesa. E poi perdono e conversione: «Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte ad esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un'illusione. Non portiamo il denaro con noi nell'al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire».

Il rapporto tra giustizia e misericordia
Poi il tema del rapporto tra giustizia e misericordia: «Non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un'unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell'amore. La giustizia è un concetto fondamentale per la società civile quando, normalmente, si fa riferimento a un ordine giuridico attraverso il quale si applica la legge. Per giustizia si intende anche che a ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto». In sostanza «la misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un'ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere». Parole molto significative in questa fase storica della Chiesa, a pochi mesi dal Sinodo sulla famiglia.

© Riproduzione riservata