Italia

Puglia, Fi costretta a cambiare candidato

  • Abbonati
  • Accedi
Politica

Puglia, Fi costretta a cambiare candidato

Roma - Adesso la rottura è ufficiale. In Puglia Forza Italia si divide: da una parte i fittiani con i centristi di Area popolare; dall’altra le truppe berlusconiane guidate da Luigi Vitali che potrebbero ritrovarsi assieme ai leghisti di «Noi con Salvini». A ratificare una scissione che covava da settimane ,è stato l’annuncio ieri di Francesco Schittulli, fino a due giorni fa candidato di tutto il centrodestra, di schierarsi con Raffaele Fitto, abbandonando Fi ora costretta a cercarsi un altro candidato. «Entro domani(oggi, ndr) avremo un nome», garantisce Luigi Vitali, il coordinatore regionale inviato da Berlusconi in Puglia, che non esclude la sua candidatura anche se continuano le voci su Adriana Poli Bortone.

Il terremoto pugliese però è destinato a propagarsi rapidamente anche a Roma. Fitto continua a ripetere che «nonostante le epurazioni» non vuole lasciare il partito. Ma al di là delle dichiarazioni di circostanza, già alla fine della prossima settimana (e comunque entro il 16) nasceranno in Parlamento i gruppi dei «ricostruttori» a cui aderiranno non solo parlamentari pugliesi.

A Palazzo Madama sono in 15 pronti a traslocare dal gruppo di Fi, che scenderebbe così a 41 membri, mentre a Montecitorio al momento sarebbero 17, a cui andrebbero aggiunti alcuni ex Pdl come Massimo Corsaro e i tre deputati veneti rimasti fedeli a Flavio Tosi.

In Veneto infatti alcuni consiglieri azzurri vicini a Fitto hanno già deciso di schierarsi con l’ex sindaco di Verona della Lega e quindi contro il governatore uscente Luca Zaia, candidato del Carroccio e Fi. E anche in Veneto nella coalizione per Tosi ci sono assieme ai fittiani i centristi di Area popolare (Ncd-Udc).

È il tentativo di dar vita a un’area moderata di destra, che superi il berlusconismo e non rimanga schiacciata dall’estremismo della Lega di Salvini. Il primo banco di prova saranno le regionali e in particolare i risultati di Veneto e Puglia , dove Fi potrebbe rischiare addirittura di non raggiungere il quorum per l’ingresso nel consiglio regionale. E anche in Veneto la situazione non è certo rosea.

Elisabetta Gardini ieri ha invitato il vertice azzurro ad evitare che il «Veneto rappresenti il flop finale per Fi. Siamo in ritardo e sulle liste filtrano segnali negativi», ha denunciato con riferimento alle possibili esclusioni di alcuni consiglieri e sindaci poco graditi al cerchio magico berlusconiano di cui il coordinatore Marco Marin è espressione.

Ma Berlusconi la pensa diversamente. Il leader azzurro resta in Sardegna e si tiene lontano dalla guerra intestina. L’ordine impartito ai suoi è perentorio: il tempo delle mediazioni è finito. Che Fitto e un altro drappello di parlamentari possano lasciare Fi non sembra preoccuparlo più di tanto. Il Cavaliere punta tutto sul risultato della Campania (dove però la coalizione a sostegno di Stefano Caldoro non è ancora definita) e sul possibile exploit in Liguria del suo pupillo Giovanni Toti, che ieri ha attaccato Fitto: «Si litiga per una candidatura in più e si evita di mettere la faccia sulle elezioni per riconquistare dal basso gli elettori», è l’accusa del consigliere politico di Berlusconi che ricorda come in passato fosse stato chiesto allo stesso Fitto di candidarsi alla guida della Puglia.

Oggi è probabile che Fitto si farà sentire. L’europarlamentare non vuole anticipare le prossime mosse ma ormai è chiaro che la guerra interna a Fi è destinata ad andare ben oltre il tacco dello Stivale. Se anche in Campania e Toscana Fi e Fitto dovessero convergere sullo stesso candidato è probabile che comunque si presenteranno con liste distinte. Qualcuno teorizza che in ballo c’è perfino il simbolo del partito, visto che l’ex ministro continua a ripetere in ogni occasione che i vertici del partito non sono legittimi e quindi non avrebbero i requisiti per depositare le liste.

© RIPRODUZIONE RISERVATA