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Catturato Rollero, ultima primula rossa del narcotraffico italiano

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arrestato in marocco

Catturato Rollero, ultima primula rossa del narcotraffico italiano

Di se stesso, intercettato il 5 luglio 2013 dagli investigatori che da anni gli davano la caccia, diceva al nipote: «Sono rimasto soltanto io». Questa frase Marco Torello Rollero, detto il “ciccione”, nato a Genova il 14 marzo 1955 ma romano d'azione, non la dirà più.

La sua carriera di broker del narcotraffico – era considerato dal 2010 tra i 100 latitanti più pericolosi in attività – si è interrotta con l'arresto in Marocco dalla locale polizia giudiziaria, a seguito delle informazioni fornite dalla Guardia di Finanza, dall'Interpol e della Direzione centrale per i servizi antidroga. «Si può tranquillamente affermare che l'odierna operazione – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Gdf – pone definitivamente la parola fine alle illecite condotte poste in essere dall'ultima primula rossa del narcotraffico italiano».

Quando, in vena di confidenze, si pavoneggiava in quella conversazione telematica con il nipote, faceva riferimento al fatto che i suoi più agguerriti soci o concorrenti nel narcotraffico erano stati arrestati. In particolare era da poco caduto nella rete Roberto Pannunzi, detto “Bebè”, arrestato in Colombia proprio il 5 luglio 2013 ed estradato in Italia. Scrive il Gip di Roma Roberto Saulino a pagina 524 dell'ordinanza di custodia cautelare che firmerà il 18 gennaio 2015 e che lo vedrà ancora una volta sfuggire all'arresto disposto nell'ambito dell'operazione Buena Hora 2 della Dda della Capitale: «È agevole ritenere che tale allusione fosse riconducibile all'arresto, oltre che del Pannunzi, anche di un altro narcotrafficante, Avesani Massimiliano, esponente di rilievo della ‘ndrangheta (detto “il Principe”, latitante dal 2001 e arrestato nel 2013, ndr), dopo una lunga latitanza».

L'indagine Buena Hora 2 ha consentito di accertare che Marco Torello Rollero era in grado di inviare settimanalmente dal Marocco all'Italia, circa 1000 kg. di stupefacente. La droga, cocaina dal Sudamerica e hashish dall'Africa, secondo l'accusa veniva importata anche per conto di soggetti contigui a cosche della ‘ndrangheta di San Luca (Reggio Calabria), come i Giorgi (alias “Cicero”) e i Mammoliti (alias “Fischiante”).

Marco Torello Rollero era considerato tra i personaggi, a capo dei quello che gli inquirenti chiamano il “gruppo Rollero”, più attivi nell'importazione di hashish (dal Marocco) e cocaina (dalla Spagna e dal Sudamerica) in Italia. Il suo gruppo, di fatto, è stato sempre autonomo rispetto alle cosche di ‘ndrangheta delle quali, pure, era spesso al servizio, secondo le ricostruzioni che da anni ne fanno investigatori e inquirenti. In passato ha prestato la propria “opera” anche a clan di Cosa nostra. È ancora il Gip Saulino che, a pagina 523, disegna i tratti dell'anarchia criminale dell'associazione: «Trattasi di un gruppo di narcotrafficanti che sotto la direzione di Rollero Marco Torello, latitante in Marocco, organizza spedizioni di stupefacenti in Italia, svolgendo funzioni di intermediazione, occasionalmente provvedendo anche al finanziamento delle operazioni… Le spese del trasporto in Italia e l'organizzazione della distribuzione sul territorio sono appannaggio del gruppo, così come la raccolta di denaro dai grossisti».

Il 19 marzo 2008 il sostituto procuratore della repubblica di Roma Lucia Lotti, dopo pochi mesi nominata capo della Procura di Gela (Caltanissetta), a pagina 446 dell'ordinanza di custodia cautelare relativa all'ennesima operazione contro il narcotraffico scriverà: «…i fratelli Rollero sono da anni al centro delle più rilevanti dinamiche di narcotraffico; in particolare Marco Torello ha assunto un ruolo chiave nel settore, assurgendo, al pari di Avesani Massimiliano, suo storico socio, ad una posizione apicale; vero e proprio anello di congiunzione tra molte delle più note organizzazioni criminali autoctone ed i cartelli sudamericani ed i produttori marocchini di hashish…Secondo recenti emergenze, Furio Egidio (fratello di Marco Torello, ndr) si sarebbe staccato, proprio nel periodo trattato, dalle attività criminale del più noto germano, avviando la gestione autonoma di un traffico di stupefacenti, primariamente hashish, sull'asse Spagna – Italia, mantenendo comunque contatti con…omissis…già legato al fratello Marco Torello (almeno sino ai primi anni 2000)… ».

r.galullo@ilsole24ore.com

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