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Il Governo riapre la consultazione pubblica sul piano per lo sviluppo della banda larga

Il governo si appresta a riaprire «a ore» la consultazione pubblica sul piano per lo sviluppo della banda ultralarga approvato nelle scorse settimane. La decisione nasce dall'esigenza di aggiornare il piano come chiesto da Telecom che ha previsto di cablare in fibra 40 città dopo che il piano stesso è stato approvato dal governo. Ad annunciarlo è il sottosegretario allo Sviluppo economico Giacomelli durante il convegno sulla governance di internet. Un fronte, questo, sul quale si sta lavorando a una costituente italiana.

La consultazione sulla banda larga
La consultazione sarà riaperta a tutti gli operatori e chiusa in qualche giorno dopo gli incontri con il governo. Lo ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, a margine del convegno su «Internet governance ed evoluzione di Icann». «Ci sarà ad ore - ha chiarito Giacomelli - la riapertura della consultazione sul piano per aggiornare il quadro degli interventi che gli operatori hanno in mente di fare». «Lo facciamo con soddisfazione - ha aggiunto Giacomelli - perché solo il varo del piano ha prodotto investimenti al rialzo e questo è già un risultato ». Sull'ipotesi di usare anche la rete Enel per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia, ipotesi circolata in questi giorni sulla stampa, Giacomelli non si sbilancia ma avverte: «Esistono incentivi per gli operatori che vogliono realizzare gli interventi. In questo senso se Enel ha le caratteristiche per farlo ben venga. L'obiettivo è che l'Italia entro il 2020 abbia una infrastruttura che risponda ai parametri europei ».

Una costituente italiana per la governace del web
Sulla governance di internet cresce invece l'idea di una costituente italiana che affronti il tema della corresponsabilità nel governo della rete con il coinvolgimento di vari soggetti. Questo il progetto cui sta lavorando il Governo e illustrato durante il convegno organizzato insieme ad Icann, l'organizzazione non profit Usa che si occupa di sicurezza, stabilità e interoperabilità globale di internet. Per Giacomelli l'Italia può fare da traino all'Ue in questo campo dove è necessario parlare con un'unica voce. «Embrioni per la futura costituente ci sono già - ha detto Giacomelli -, basti pensare all'accordo tra Google e il garante della Privacy. Quello cui pensiamo é un ruolo dell'Europa che può essere importante e un ruolo dell'Italia protagonista che faccia da traino all'Europa nel confronto con gli Usa«. Un impegno riconosciuto anche dal presidente dell'Icann Fadi Chehadé che ha sottolineato come nella definizione di una governance per la rete si debba parlare «tutti insieme». Per Alberto Gambino, presidente dell'accademia italiana del codice di internet (Iaic), che riunisce accademici ed esperti dell'Ict «c'è ora bisogno che il Governo faccia la sua parte, mantenendo intatti i principi dell'apertura e della partecipazione diffusa». E il modello brasiliano del “marco civil”, governato da un comitato «dove accanto a rappresentanti governativi siedono anche esponenti della società civile ed operatori e imprese Telco, è un buon punto di riferimento - afferma Gambino - ma le peculiarità italiane, che vedono da un lato un immenso patrimonio artistico e culturale e, dall'altro, forti istanze partecipative degli utenti, richiedono una ricalibratura a favore di tali specificità».

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