Con la messa solenne in Duomo celebrata dall'Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, affiancato da tutti i vescovi del Piemonte, si è aperta la terza ostensione della Sindone del millennio dedicata a `L'Amore più grande´. I primi pellegrini potranno accedere a venerare il Telo, esposto nella navata centrale della cattedrale, questo pomeriggio a partire dalle 16.
Ostensione fino al 24 giugno
Per 67 giorni, da oggi fino al 24 giugno, il telo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla Croce, sarà esposto alla venerazione dei fedeli: se ne attendono circa un milione e mezzo da tutto il mondo. Lo svelamento della Sindone, atto iniziale dell'Ostensione straordinaria in occasione del bicentenario di Don Bosco, il grande santo torinese, è avvenuta in diretta tv. Anche nel 1973 e nel 2013 furono trasmessi momenti dell'Ostensione, mentre oggi la Sindone, collocata dietro l'altare, è stata scoperta all'inizio della messa trasmessa come ogni domenica mattina da Rai Uno, che andava in onda dal Duomo di Torino dove il lenzuolo, donato dai Savoia alla Santa Sede, è custodito.
Il Papa: anche io la venererò il 21 giugno
«Oggi - ha ricordato il Papa dopo il Regina Coeli - inizia a Torino la solenne ostensione della sacra Sindone. Anche io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 21 giugno. Auspico che questo atto di venerazione ci aiuti tutti a trovare in Gesù il volto misericordioso di Dio, e a riconoscerlo nei volti dei fratelli, specialmente i più sofferenti».
Monsignor Nosiglia: l’ennesima tragedia dell’immigrazione è una sconfitta nel giorno dell’ostensione della Sindone
L'ennesima tragedia dell'immigrazione, nel Canale di Sicilia, è «una sconfitta nel giorno in cui la Sindone si svela al mondo», ha detto l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, al termine della Messa che ha aperto l'ostensione 2015. «È una sconfitta - ha aggiunto - che sento come cristiano e come cittadino». La Sindone «è un forte segno di speranza - ha detto l'arcivescovo di Torino, custode pontificio del sacro Lino - il mondo ha bisogno di amore più grande. L'amore che vince sul male e che porta riconciliazione; più forte delle avversità e delle difficoltà. C'è qualcosa di meraviglioso e profondo ogni volta che si contempla la Sindone non è la contemplazione di un uomo morto, ma di un uomo che ha dato la vita per tutto il mondo». La Sindone è uno dei grandi interrogativi posti al credente. Benedetto XVI superando i dubbi degli studiosi (l'indagine con il carbonio 14 la datava al Medio Evo ma è stata contestata da altri studiosi) la definì «reliquia» e non solo «icona» e disse: è «un telo sepolcrale che ha avvolto la salma di un uomo crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli ci dicono di Gesù». Un telo, affermò Giovanni Paolo II, «che parla della vittoria di Dio sopra la morte e dell'amore del Signore per tutti noi» e certamente fornisce risposte che si sposano con i Vangeli.
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