«Una missione militare e civile» dell'Unione europea per le operazioni di sequestro e distruzione delle imbarcazioni utilizzate dagli scafisti per trasportare migranti dalle coste dell’Africa verso l'Europa. È questo uno dei cardini del piano in dieci punti sull'emergenza immigrazione presentato ieri dalla Commissione Ue ai ministri Esteri e Interni europei riuniti a Lussemburgo. Per Natasha Bertaud, portavoce della Commissione in materia di immigrazione, la missione dovrebbe ricalcare lo schema operativo già usato per l'operazione militare Ue Atalanta, in corso contro i pirati al largo delle coste somale.
Piano globale Ue contro l’emergenza pronto per maggio
«Il mandato della nuova operazione non è stato ancora deciso,» ha spiegato Bertaud, ma la questione sarà discussa dal Consiglio europeo straordinario di giovedì prossimo. La scorsa settimana, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex, aveva segnalato in un comunicato stampa che gli scafisti hanno fatto ricorso già due volte quest'anno alla violenza per recuperare le imbarcazioni sequestrate dalle guardie costiere europee, segno che «c'è un carenza di imbarcazioni» a disposizione degli scafisti. L’ipotesi di una missione militare promossa dall’Unione europea fa parte di un piano in dieci punti messo a punto da Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni e gli affari interni che in pratica anticipa i contenuti di un piano globale per contenere la spinta migratoria incontrollata che assedia in particolare l’Italia che verrà presentato a maggio.
L’apprezzamento dell’Unhcr: ma protezione sia priorità
Le anticipazioni del piano d'azione in dieci punti dell'Ue per fronteggiare l'emergenza dei migranti e richiedenti asilo nel Mediterraneo è un «buon inizio», ma bisogna essere certi che la componente protezione sia prioritaria. Pur apprezzado la politica Ue, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), per voce del vice Alto commissario per la protezione presso l'Unhcr, Volker Turk ha ricordato come spesso «il diavolo si nasconda nei dettagli: dobbiamo assicurarci che le componenti dell'asilo e della protezione delle persone siano prioritarie tra queste misure». In una situazione di crisi globale di sfollamento alle porte dell'Europa, Turk ja concluso auspicando «una risposta appropriata, fondata sui valori europei e i diritti umani» da parte delle istituzioni Ue.
Alfano: affondare i barconi prima che partano
L'obiettivo è «affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano. Noi da soli non possiamo farlo ed è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale l'autorizzazione a questo intervento». Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, al programma Di Martedì su La7.
«La nostra richiesta - ha spiegato Alfano - è chiara: ottenere azioni mirate nei confronti della Libia, nei confronti dei trafficanti che sono i nuovi schiavisti del XXI secolo. Affondare i barconi significa stroncare la più macabra agenzia di viaggio della storia». «Noi - ha sottolineato - da soli non possiamo farlo. Andare lì con le nostre navi senza autorizzazione internazionale sarebbe una dichiarazione di un atto di guerra, per questo è in corso un negoziato con Onu e Ue. Su come affondare i barconi - ha aggiunto - si deciderà in sede internazionale. Noi siamo pronti a fare quello che serve, lo possiamo fare anche noi, ma vogliamo coinvolgere una coalizione internazionale».
Accanto a questa azione contro gli scafisti il ministro ha poi ribadito la proposta di creare «campi profughi al di là del Mediterraneo, con il consenso dei Paesi ospitanti, in modo di fare lì lo screening su chi ha diritto all'asilo e chi no, e quelli che hanno diritto devono essere distribuiti in tutti i 28 Paesi dell'Unione». Sulla creazione di questi campi, ha informato, «abbiamo avviato discussioni con Sudan e Niger e ci vuole anche la collaborazione delle organizzazioni umanitarie».
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