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Letta: «Renzi racconta un Paese che non c'è, è…

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l’intervista a mix 24

Letta: «Renzi racconta un Paese che non c'è, è metadone»

Ancora scintille, a distanza, tra Enrico Letta e il suo successore a Palazzo Chigi. «Renzi racconta un Paese che non c'è? È una fase in cui la percezione delle cose vale più del reale, aiuta a star meglio? Io cerco di dare un contributo perché non sia un tempo in cui la percezione conta più della realtà». Così l’ex premier a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, per poi piazzare l'affondo: quella narrazione «non aiuta a stare meglio: è metadone».

Letta: non so se voterò Italicum
Non è il solo affondo polemico. Letta non ha nascosto perplessità sull’Italicum. Perplessità di metodo più che di merito. Dopo l’annuncio in tv dell’abbandono di Montecitorio per guidare la scuola di affari internazionali dell'università di Parigi, l’esponente Pd ha detto di non sapere se voterà o no la nuova legge elettorale. «Bisogna vedere come sarà l'Italicum. Lo vedremo» ha avvertito, facendo notare che di «legge elettorale approvata a maggioranza stretta in Italia ce ne è stata solo una, il Porcellum» ed è stato «un disastro». Poi ha aggiunto che le altre leggi «il Mattarellum e quelle della Prima Repubblica» sono state «approvate a maggioranze larghe perché, come ha detto Renzi stesso, le regole del gioco si fanno tutte insieme». Infine l’auspicio che la legislatura vada «alla sua scadenza naturale» per poter approvare anche le riforme costituzionali. «Se si votasse solo l'Italicum e poi si andasse a votare - ha chiosato - sarebbe una sconfitta di tutti».

«Jobs act passo avanti, ma tutele non sufficienti»
Una stoccata è arrivata anche sul Jobs Act, definito «un passo avanti però non sufficiente». Per Letta c'è bisogno, sul lavoro, «di fare molte altre cose perché oggi il vero problema è la disoccupazione e c'è bisogno di tutelare i lavoratori che il lavoro lo hanno perso». Le tutele crescenti «non ci sono ancora a sufficienza. Bisogna aggiungere tutele», ha aggiunto l'ex premier.

«Per la Libia nome giusto era Prodi»
Quanto all’emergenza Libia, «sarebbe stato non male se l'Unione Europea avesse nominato una personalità come Romano Prodi per occuparsi di questo» ha aggiunto Letta, che ha auspicato una sorta di operazione «Mare Nostrum europea». Esclusa l’opportunità di una soluzione militare in Libia («mi sembra molto complicata»).

«Da premier non eletto mi sentivo a disagio»
Letta non ha nascosto che «come presidente non eletto mi sono sentito a disagio». Ma dopo la confidenza ha aggiunto: «Il mio governo è nato perché non c'erano alternative alle larghe intese in cui bisognava trovare una persona che riuscisse a tenere insieme tutti, se no la legislatura non partiva. Bisogna ricordarsi le condizioni».

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