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Italicum in aula alla Camera. Renzi: «No ai veti, è in …

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lettera del premier al suo partito

Italicum in aula alla Camera. Renzi: «No ai veti, è in gioco la dignità del Pd»

Si è conclusa alla Camera la discussione generale sull’Italicum, che ha iniziato oggi a essere esaminato (in un’aula deserta con solo una ventina di deputati) con la relazione del relatore Francesco Paolo Sisto (Fi). Sono state presentate dall'opposizione otto pregiudiziali di costituzionalità e di merito. Le votazioni sulle pregiudiziali si svolgeranno domani. Poi la strategia del governo potrebbe essere quella di un’accelerazione, con i tempi contigentati (sono circa un centinaio gli emendamenti presentati in Aula al testo dell'Italicum). Intanto dai vertici Pd è arrivato via sms a tutti i deputati un richiamo forte alla presenza «obbligatoria, senza eccezione alcuna» in Aula domani dalle ore 11,30 per i «voti segreti su pregiudiziali legge elettorale». Con monito finale: «Annullare ogni impegno e missione».

Sempre più probabile il ricorso alla fiducia
Domani il governo scioglierà la riserva sul ricorso (sempre più probabile) o meno alla fiducia. Il premier-segretario, che tra oggi e domani Renzi riunisce i deputati del partito, in una lettera scritta ai circoli dem ha rilanciato sulla necessità di approvare l’Italicum senza modifiche («È in ballo la dignità del Pd, non possiamo fermarci davanti ai veti»).

Esclusa la fiducia sulle pregiudiziali
Se il ricorso alla fiducia sugli articoli dell’Italicum è incerto, è escluso quello sulle pregiudiziali. «Mi pare che non ci sia la volontà di ricorrere alla fiducia domani» ha detto il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, a margine di un seminario organizzato dai Dem per i 10 anni delle primarie. Al termine della riunione dell'ufficio di presidenza del gruppo alla Camera è stato confermato che il governo non porrà la fiducia sulle pregiudiziali.

Boschi: nessun baratto tra Italicum e riforme costituzionali
Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, intervenendo in Aula al termine della discussione generale, ha difeso l’impianto dell’Italicum. Dopo una bacchettata a Berlusconi («Capisco che Fi abbia cambiato idea» sulla legge elettorale, «ma noi no. La coerenza non è un optional»), il ministro ha aggiunto che il governo è «disponibile a un approfondimento su eventuali modifiche della riforma costituzionale». Ma ha escluso qualsiasi «baratto», perché in ballo «non c'è un contraccambio (con l’Italicum, ndr), ma un approfondimento della riforma costituzionale». E ha ricordato che l'Italicum è simile alla legge elettorale proposta dalla Commissione di esperti nominata dal governo Letta.

Renzi scrive una lettera ai circoli dem: in ballo c'è dignità Pd
Il segretario del Pd Matteo Renzi ha scritto ai responsabili dei circoli dem una lettera in cui, dopo aver rivendicato gli interventi in economia («l'Italia si rimette in moto») e sulla corruzione, ha rilanciato sulla necessità di approvare l’Italicum nella versione attuale, senza modifiche. «Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Pd come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno» ha spiegato Renzi nella lettera. E ha aggiunto: «Nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito». Poi l’attacco alla minoranza: «Davvero è così assurdo chiedere che dopo 14 mesi di dialogo parlamentare si possa finalmente chiudere questa legge? Davvero vi sembra logico che dopo tutta questa trafila ci dobbiamo fermare perché una parte della minoranza non vuole?» E l’appello finale: «Non sto chiedendo semplicemente lealtà; sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. Perché questa legge elettorale l'abbiamo cambiata tre volte, ma a un certo punto bisogna decidere».

SinistraDem: mediazione ancora possibile
Sinistradem, la componente di Gianni Cuperlo, che definisce una mediazione «ancora possibile, anche se «servono volontà, coraggio e parole scolpite». Per Sinistradem «è ancora possibile correggere l'equilibrio del sistema che nascerà dalla doppia riforma (della Costituzione e della legge elettorale) - si legge in un documento - ad esempio rivedendo composizione e funzioni del Senato, scegliendo la via di una vera Camera delle Regioni. Questo implicherebbe anche una revisione dei contrappesi necessari a fronte di una legge elettorale che, come ammesso dal professor D'Alimonte (uno dei suoi estensori), cambia la forma di governo nella direzione di un premierato forte». Senza queste e altre correzioni lo spostamento del potere legislativo dal Parlamento al Governo «è destinato a produrre uno squilibrio». Per l’area cuperliana, inoltre «si dovrebbe garantire una coincidenza dei tempi tra l'entrata in vigore della nuova legge elettorale e il completamento della riforma costituzionale».

«Possono mandarci casa, non fermare cambiamento»
Parlando ancora delle divisioni interne al partito sulla legge elettorale il premier ha aggiunto nella sua lettera: «Possono mandare a casa il governo se proprio vogliono, ma non possono fermare l'urgenza del cambiamento che il Pd di oggi rappresenta». Renzi ha ribadito insomma che l’Italicum rappresenta uno spartiacque della legislatura, sicché, in caso di bocciatura, il governo cadrebbe. Una legge «decisiva», dunque, l’Italicum, per Renzi. Una legge difesa a spada tratta non solo perché è una legge«seria», che «rottama il Porcellum delle chilometriche liste bloccate con candidati sconosciuti e il Consultellum che tanto assomiglia al proporzionale puro della prima repubblica, imponendo inciuci e larghe intese». Ma anche perché non approvare la legge elettorale adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento» E ciò «sarebbe il più grande regalo ai populisti».

Relatori di minoranza rinunciano a tenere la relazione
L’aula è stata disertata oggi da tre dei quattro relatori di minoranza (Cristian Invernizzi della Lega Nord, Danilo Toninelli, del M5S e Ignazio La Russa di Fdi-An) in segno di protesta per il troppo poco tempo a disposizione per esporre le ragioni della loro contrarietà all'impianto dell'Italicum.

Forza Italia chiede voto segreto su due pregiudiziali
Forza Italia in aula alla Camera presenterà tre questioni di pregiudizialità, una di costituzionalità, una di merito e una richiesta di sospensiva della legge elettorale. Sulle prime due questioni Fi chiederà voto segreto. Lo si apprende da fonti parlamentari. Con i testi di Forza Italia, i documenti che domani verranno posti in votazione, prima che sia avvii l'esame degli emendamenti, saranno 8.

Letta: Renzi eviti le macerie
L’ex premier Enrico Letta intanto è tornato a ribadire le sue perplessità, di metodo più che di merito sull’Italicum. «Penso sia nella responsabilità e nell'interesse di Renzi evitare le macerie. Se non lo fa, non mi sembra una gran vittoria» ha detto a Otto e Mezzo su La7. «Il problema - ha aggiunto - è nelle mani del presidente del Consiglio, che sulla riforma elettorale dovrebbe avere, penso, una maggioranza larga». Quanto al suo comportamento in Aula sull'italicum Letta ha risposto: «Dipende da quale sarà l'atteggiamento sulla fiducia, metterla è un errore».

Segretari regionali Pd a deputati: no imboscate
Dai 20 segretari regionali del Pd in una lettera ai deputati è arrivato invece un appello a «offrire al Paese una grande dimostrazione di serietà», perché se l'Italicum «dovesse essere vanificato da imboscate a voto segreto, metteremmo a rischio la tenuta del governo che il Pd sta guidando».

Giachetti (Pd): non ci sarà la scissione
«Non credo alla scissione del Pd, questo perchè una buona parte di coloro che la minacciano, se escono dal Partito democratico, finiscono politicamente di esistere: chi è che, dopo, li va a cercare?», ha detto questa mattina ad Agorà il vice presidente della Camera, il renziano Roberto Giachetti, parlando delle possibili conseguenze di un voto di fiducia a Montecitorio sulla legge elettorale, che oggi approda in aula. E ha dichiarato che non invitare alla Festa dell'Unità Pier Luigi Bersani «è sciatteria, non prepotenza».

Bindi (Pd): si parla di fiducia, pericoloso per la democrazia
«Credo che il Parlamento debba essere protagonista nella formazione di questa legge. Sento parlare di fiducia, sento parlare di fiducia anche sulle pregiudiziali, come sulla legge Acerbo, come sulla `legge truffa´. Questo è un vulnus terribile nel rapporto tra il governo e il Parlamento. Un atteggiamento che può essere pericoloso per la democrazia e il futuro di questo Paese», ha detto la deputata del Pd Rosy Bindi, concludendo il suo intervento nell'Aula della Camera sull'Italicum.


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