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Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso capitali della bici

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RICERCA LEGAMBIENTE SU CICLABILITÀ

Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso capitali della bici

Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso capitali italiane della bici, città dove almeno un quarto degli abitanti sale sulle due ruote tutti i giorni. E in molte parti d'Italia è bici boom : almeno un quinto degli abitanti di Ravenna, Rimini, Piacenza, Sondrio e Venezia-Mestre predilige questo stile di mobilità. E anche a Pordenone, Biella, Pavia, Reggio Emilia, Novara, Padova, Pisa, Cremona la domanda di mobilità a pedali è elevata. Il dato emerge da “A Bi Ci della ciclabilità”, una ricerca sull'uso della bici nelle città italiane capoluogo di provincia realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità nuova, presentata alla vigilia di VeloLove, il festival nazionale del ciclismo urbano che si svolgerà dal 1° maggio al 7 giugno, con una serie di iniziative a pedal i. Il numero dei “frequent bikers” è in costante crescita, segnala la ricerca, anche se ci sono grandi città, come Bari e Torino, dove l'uso delle due ruote stenta a decollare.

Più spazio a chi pedala
Anche se è innegabile la distanza che separa i grandi centri urbani italiani da quelli europei come Amsterdam, Berlino e Copenaghen, in fatto di uso delle due ruote ci sono tre città italiane – Bolzano (28%), Pesaro (28%) e Ferrara (27%) - nella classifica delle venti città europee che hanno la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale dei movimenti urbani. «Il cambiamento degli stili di mobilità, più che dalla crisi economica – spiega Legambiente – è probabilmente favorito dalla crisi del vecchio modo di muoversi all'interno delle aree urbane. C'è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, stress, tempo perso, smog e così chi pedala prende sempre più spazio».

A Bolzano e Pesaro interventi mirati per le due ruote
Il successo delle due ruote a Bolzano e Pesaro è legato a progetti ad hoc delle amministrazioni locali per favorire un tipo di mobilità su due ruote. Per esempio a Bolzano l'amministrazione ha deciso di collegare con un grande anello ciclabile le zone scolastiche, sportive e ricreative della città. Una scelta che, grazie a una serie di interventi ad hoc, ha portato al passaggio dall'uso esclusivamente ricreativo della bici, all'utilizzo nei movimenti da casa a scuola e da casa al lavoro. Pesaro ha lavorato a una Bicipolitana, una rete di 77 chilometri che è una sorta di metropolitana di superficie dove le rotaie sono le piste ciclabili e i vagoni le bici. L'amministrazione ha lavorato alla messa in sicurezza della mobilità su due ruote, anche moderando in alcuni casi a 20-30 Km/h la velocità dei mezzi a motore.

Bike sharing entra nel paniere Istat per rilevare i prezzi al consumo
Cambia, in generale, l'approccio alla mobilità. Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, come segnalano i dati dell'Istat, si sono ridotti i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia: 613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (rispettivamente -0,9 e -0,6% nel confronto con l'anno precedente 2012). Cresce il car sharing, attivo nel 2013 in 22 città, con circa 1.000 veicoli (il 23% elettrici) e oltre 25 mila abbonati (+36% in un biennio). L'Istat segnala anche che i servizi di bike sharing sono attivi in 58 città (10 in più in un biennio) con oltre 1.000 punti di prelievo (+42%) e quasi 10 mila biciclette (+62%). Il bike sharing, insieme al car sharing, è entrato nel paniere di riferimento Istat per la rilevazione dei prezzi al consumo.

Sei città capoluogo non hanno piste ciclabili
La ricerca è stata realizzata grazie a questionari sulla mobilità in città, inviati a tutti i capoluoghi di provincia (solo 50 su 104 hanno dati aggiornati e confrontabili). È stato costruito l'indice delle ciclabili equivalenti che misura la lunghezza(in metri/100 abitanti) di tutti i percorsi per le due ruote. Il valore più alto si registra a Reggio Emilia (39,03 m_eq/100 ab.), seguita da Cremona, che si attesta oltre i 30 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Addirittura ben 18 città dichiarano di avere meno di un m_eq/100 ab e di queste sei non segnalano infrastrutture ciclabili (Caltanissetta, Enna, Isernia, Potenza, Reggio Calabria e Siracusa). Comunque molto bassa la media per i capoluoghi esaminati: 7,04 m_eq/100 ab di infrastrutture ciclabili. «Troppo poco», sottolinea Legambiente. Invariate le isole pedonali del Paese. L'estensione media è di 0,36 metri quadrati per abitante. Solo sei comuni superano la soglia di un metro quadrato per abitante (Firenze, Cremona, Lucca, terni, Verbania e Venezia). Ben 20 città dispongono di meno di 0,1 metri quadrati/abitante e in tre di queste città non ci sono isole pedonali. Sul fronte degli incidenti stradali - che nel 2013 hanno causato 3.385 morti e 257.421 feriti – è notevole il tributo pagato dai ciclisti con 251 morti e 16.800 feriti. Un dato notevole se si considera che secondo i dati Istat del censimento 2011 solo il 3,3% usa la bicicletta in città.

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