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Occupazione in ripresa o no? Come interpretare i dati

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DATI ISTAT

Occupazione in ripresa o no? Come interpretare i dati

Il mercato del lavoro resta in emergenza: a marzo il numero di occupati continua a scendere (-59mila unità su febbraio, e meno 70mila sull'anno). La disoccupazione torna al 13%, e il numero di senza lavoro, nei dodici mesi, cresce del 4,4%, pari a 138mila unità. Che cosa sta succedendo, visto che - riferendosi allo stesso mese di marzo - il ministero del Lavoro, pochi giorni fa, ha parlato di 92mila contratti in più (rispetto a marzo 2014)?

Intanto parliamo di dati diversi. Quelli forniti dal ministero del Lavoro sono le comunicazioni amministrative che fanno le imprese che decidono di attivare un contratto (si parla di lavoro subordinato). L'Istat invece fa rilevazioni campionarie su tutto lo stock di occupati e disoccupati (e comprendendo anche gli autonomi). Una possibile lettura, economica, di questi dati diversi potrebbe indicare un travaso dal lavoro precario a quello stabile. Il numero di contratti aumenta, ma non si crea nuova occupazione.

Secondo gli esperti, ci vorrà tempo per una ripresa dell'occupazione. E il Jobs act e i robusti incentivi previsti con la legge di Stabilità stanno, finora, spingendo l'occupazione da instabile a stabile. Un effetto considerato dal Governo. Ma prima di ripartire, il mercato del lavoro ha bisogno di recuperare la produttività (in costante calo) le riduzioni di orario di lavoro, la cassa integrazione; tutti strumenti utilizzati dalle imprese per tamponare la crisi. Ci vorrà tempo, e il ciclo economico e produttivo dovrà aiutare.

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