Economia

Dossier Nebbia sul post-Expo, tanti progetti in cerca di liquidità: la…

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. (none) articoliSpeciale Expo 2015

Nebbia sul post-Expo, tanti progetti in cerca di liquidità: la regia pubblica spera nei fondi europei e Cdp

Mentre sale di ora in ora la febbre per Expo 2015, sul futuro dell'area che oggi ospita tutti i paesi del mondo resta ancora un grande punto di domanda. Scade venerdì 8 maggio il bando indetto dalla società Arexpo proprietaria delle aree, per individuare un advisor capace di valutare le proposte – finora pervenute in via informale – e definire un progetto competitivo.

A ricoprire questo ruolo fin dall’inizio si è proposto il Politecnico di Milano, ma il bando voluto dall’Anticorruzione serve proprio per capire se ci sono anche altre realtà interessate. Al soggetto individuato spetterà valutare la compatibilità e sostenibilità economico-finanziaria dell'intera operazione, che ormai ha assunto i contorni di una maxi-valorizzazione pubblica: sotto la regia della stessa società Arexpo, la cui mission andrà ridefinita, bisognerà individuare un operatore in grado di dare corpo ai progetti dei diversi soggetti istituzionali che in questi ultimi mesi hanno messo sul piatto le loro disponibilità.

La partita del post-Expo, infatti, si gioca a tre: la locomotiva è trainata da università Statale, Assolombarda, agenzia del Demanio. L'ateneo milanese ha confermato la possibilità di trasferire nell'area a nord ovest di Milano il campus universitario da 250mila metri quadri per un investimento complessivo che toccherebbe i 600 milioni di euro. Non è ancora chiaro se (e quanti) fondi potrebbero arrivare direttamente dalla Statale, ma sicuramente la principale iniezione di liquidità «potrebbe arrivare da Cassa Depositi e Prestiti o da fondi europei», auspica il presidente di Arexpo, Luciano Pilotti. Anche il Demanio, che di fatto è proprietario di circa un terzo degli edifici dell'università, potrebbe centralizzare i suoi uffici milanesi nell'area Expo, razionalizzando così le spese d'affitto degli immobili. Infine Assolombarda ha più volte confermato la sua disponibilità a promuovere lo sviluppo di un polo imprenditoriale hi tech: il progetto di un acceleratore potrebbe essere finanziabile a livello europeo; la costruzione di un data-center da 100mila metri quadrati sarebbe più facile da avviare, con la garanzia della presenza di un soggetto in grado di affittare gli spazi a lungo termine. A questi tre soggetti si somma poi la proposta di Consob di creare nell’area un’agenzia europea per le piccole e medie imprese.

Decisivo è stato l'incontro dello scorso 24 aprile tra i vertici di Arexpo (Regione Lombardia, Comuni di Milano e Rho, Provincia e Fondazione Fiera di Milano) e il Governo: «Al tavolo era presente anche Cassa Depositi e Prestiti che si è detta disponibile – afferma Pilotti - a sostenere un progetto così importante per il paese, che non può riguardare solo Milano e la Lombardia». Spetta alla regia pubblica, dunque, concretizzare nelle prossime settimane una proposta che sappia convincere il Governo e la Cdp a scendere in campo: «Stiamo discutendo - aggiunge il presidente di Arexpo - anche sulla governance dell'operazione: la società, il bando andato deserto lo scorso novembre, ha esaurito la sua funzione. Ora bisogna rivedere l'impianto generale visto che ora ad Arexpo spetta un nuovo compito di regia pubblica: abbiamo invitato il Governo ad entrare a far parte dell'assetto societario e Fondazione Fiera sarebbe pronta ad uscire».

Il bando in scadenza per la ricerca di un advisor vale una consulenza da 90mila euro: alle manifestazioni di interesse, pubbliche o private che siano, seguirà la valutazione dei requisiti qualitativi da parte di Arexpo, che poi negozierà al ribasso con le realtà interessate. La società ha invitato a partecipare una decina di università e si propone di aggiudicare entro fine maggio l'appalto definitivo.

I tempi, infatti, sono molto stretti: l'advisor dovrà lavorare entro l'estate sui progetti presentati dai diversi soggetti istituzionali. Sulla base di questo cocktail di funzioni Arexpo - adeguatamente consigliata dall'advisor - «bisognerà far partire un veicolo in grado di gestire e condurre l'intera operazione insieme a Cassa Depositi e Prestiti», dice Pilotti. Il nodo dei finanziamenti, però, potrebbe far incontrare ai diversi attori in campo qualche ostacolo sulla strada: «Con le banche stiamo dialogando - conclude Pilotti -: gli istituti hanno confermato la disponibilità ad accompagnarci e non sono intenzionati ad entrare nella struttura societaria con un investimento, ma aspettano che il progetto emerga nei suoi contorni più precisi». I vertici di Arexpo, infatti, hanno chiesto una proroga del finanziamento al 31 dicembre 2015: l'incontro con le banche per discutere della proposta è fissato per la prossima settimana e il pool di istituti di credito potrebbe chiedere tempistiche più stringenti.

Senza contare che, mentre la nebbia ancora avvolge il post-Expo, spetta sempre alla società Arexpo occuparsi della fase transitoria: «Dobbiamo ancora decidere quali usi temporanei affidare all'area prima dei nuovi sviluppi, nel periodo che traghetterà il sito espositivo dal 2016 al 2017. Bisognerà decidere in modo definitivo, ad esempio, quali architetture mantenere, in accordo con la società Expo e i diversi Paesi partecipanti, e quali funzioni trasferire nell'area».

© Riproduzione riservata