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Pensioni, Padoan: minimizzare impatto su conti pubblici, nessuna…

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dopo la sentenza della consulta

Pensioni, Padoan: minimizzare impatto su conti pubblici, nessuna manovra in vista

«Lavoriamo per avere una soluzione rispettosa dei giudici e che al tempo stesso minimizzi i costi per la finanza pubblica che innegabilmente ci sono, e che intervengono in un momento in cui la finanza pubblica sta migliorando e ci auguriamo che continui a farlo». Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in audizione alla commissione Finanze del Senato, ha spiegato le mosse del governo dopo la sentenza della Corte costituzionale che la scorsa settimana ha bocciato l'indicizzazione delle pensioni a partire da circa 1.400 mensili euro introdotta, a suo tempo, dal governo Monti. «Stiamo guardando a tutti gli aspetti, rispetteremo la sentenza della Consulta. Stiamo ragionando sui numeri» ha aggiunto Padoan. E in merito all'impatto sui conti pubblici della sentenza della Consulta ha assicurato: «Quando avremo fatto i conti faremo tutte le valutazioni, ma non mi sembra che ci sia una manovra all'orizzonte»

Crescita Italia, dati Ue «rassicuranti»: sono in linea con quelli del Def
Riferendosi alle nuove stime Ue sulla crescita dell’economia italiana nel prossimo futuro, il ministro ha detto che le cifre diffuse oggi («praticamente in linea con quelli del Def») sono rassicuranti e che «con la commissione Ue abbiamo la stessa visione sull'economia italiana attuale e futura».

«Fuori da crisi solo con soluzione crediti in sofferenza»
Padoan ha sottolineato si è soffermato sul problema delle sofferenze bancarie. E ha evidenziato che «la presenza di crediti deteriorati indebolisce la capacità di fare credito e viene interpretata dalle istituzioni internazionali, come l'Ocse, come un elemento fondamentale da affrontare per poter completare l'uscita dell'economia dalla fase di crisi finanziaria». Ecco perché «non potremo dire di essere completamente fuori dalla crisi finanziaria - ha aggiunto - finché questo problema non sarà risolto».

«Da Ue su “bad bank” atteggiamento politico positivo»
Di qui la necessità di accelerare sulla bad bank per i crediti in sofferenze delle imprese. E ha spiegato che sul progetto di istituire in Italia una bad bank «dai commissari Ue il governo ha avuto molte risposte positive», perché «si comprende che un paese come l'Italia la cui economia è molto basata sul credito ha bisogno di accelerare la crescita e questo è nell'interesse di tutti».Padoan ha precisato però che «di fronte a atteggiamento politico molto positivo l'atteggiamento dei tecnici è invece molto negativo». Il ministro ha aggiunto che il principale ostacolo alla creazione di una “bad bank” è la disciplina Ue degli aiuti di Stato. E ha spiegato che per due motivi non si può seguire una soluzione “spagnola” per risolvere il problema dei crediti in sofferenza delle banche perché dal 2013 la disciplina degli aiuti di Stato è «molto più restrittiva». Ma ha assicurato: «Stiamo lavorando insieme alla Banca d'Italia e in stretto dialogo con Bruxelles» per trovarte una soluzione.

«Stress test “estremi”, il sistema è solido»
Nel corso del suo intervento davanti alla VI commissione di palazzo Madama, Padoan ha speso parole rassicuranti sulla solidità del sistema bancario italiano, che nonostante anni difficili, «sta reagendo» alla crisi. Il ministro ha ribadito che «malgrado secondo i commenti unici della stampa, le banche italiane non avrebbero superato gli stress test, in realtà questa informazione è distorsiva, perchè in realtà molti dei test sono stati condotti con ipotesi estreme e lontane da una condotta normale del sistema bancario. I test - ha continuato Padoan - non inficiano l'idea di fondo che il sistema bancario è sostanzialmente solido».

«Sì a afforzamento istituti ma graduale»
Sempre riferendosi alla solidità del comparto del credito Padoan ha ricordato che un sistema bancario «deve avere livelli di capitale adeguato per resistere a shock, disponibilità e qualità di capitale adeguata per permettere investimenti profittevoli. Ma il passaggio da condizioni di capitale sotto stress a condizioni rafforzate è un processo graduale che deve essere modulato con la fase in cui si trova l'economia nazionale a maggior ragione nel caso italiano».

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