Il prossimo 1° settembre non spariranno le supplenze, e potranno continuare a stare in cattedra (o in segreteria) docenti e personale Ata precario con oltre 36 mesi di servizio svolto, non stabilizzato con il Ddl «Buona Scuola».
Tra gli emendamenti segnalati ieri dal Pd spicca anche una “sanatoria” per i precari di lungo corso: i 36 mesi, sui soli posti vacanti e disponibili, decorreranno dall’entrata in vigore della presente legge: «I nuovi contratti di lavoro a tempo determinato - recita l’emendamento dem che riscrive il comma 1 dell’articolo 12 - stipulati, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi». In questo modo, i precari di oggi, in attesa del concorsone da 60mila posti, potranno continuare a lavorare (e probabilmente, essendo abilitati, avranno una corsia preferenziale nella futura selezione da bandire in autunno).
Un altro emendamento Pd chiarisce la norma che prevede che si possano utilizzare i docenti di ruolo in classi di concorso diverse dell’abilitazione posseduta. Qui si specifica che tale possibilità è ammessa purché però si «possegga titoli di studio, percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire».
Si punta a correggere anche la disposizione sullo “staff” da affiancare al preside. Attualmente il Ddl dispone che il dirigente scolastico possa individuare fino a tre docenti di ruolo che lo coadiuvano nell’organizzazione dell’istituzione scolastica. Con la proposta di modifica del Pd, segnalata ieri in commissione Istruzione della Camera, si afferma che i presidi possono individuare «nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano nel supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica. I docenti individuati costituiscono lo staff del dirigente scolastico».
Sempre in tema di organico, e per venire incontro alle preoccupazioni di chi oggi è di ruolo lontano da casa e, probabilmente, avrà difficoltà a spostarsi per via del maxi piano di stabilizzazioni, un altro emendamento dem propone una soluzione a questo “rischio”: si dà l’ok a un piano straordinario di mobilità, su tutti i posti disponibili dell’organico dell’autonomia (non come ora sul 50%) anche per coloro che sono “immobilizzati” dal blocco triennale dei trasferimenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata