Una manciata di minuti dopo la mezzanotte le fiamme, causate da un corto circuito in un controsoffitto, hanno invaso in pochi secondi il terminal 3 di Fiumicino. In poco tempo decine di negozi e parte dell’area degli arrivi è stata devstata da un maxi rogo che fortunatamente non ha provocatoferiti, a parte qualche intossicato, visto che l’area a quell’ora era quasi deserta.
Si è aperta così una delle giornate più pesanti per lo scalo romano, il primo d’Italia e uno dei principiali hub europei, funestato ieri da un incendio con colonne di fumo altissime e visibili anche a chilometri di distanza, domato dai vigili del fuoco solo alle prime luci dell’alba.
Le conseguenze sono state pesantissime. Decine di voli rimasti a terra o dirottati su Ciampino o gli altri terminal: alla fine della giornata quelli cancellati sono in tutto circa un terzo di quelli programmati. Con l’operatività che è ripartita solo dalle 14 quando si è alzato in volo un Delta airlines diretto a Detroit. Mentre nelle prime ore del mattina erano stati fatti atterrare, prioritariamente, solo i 19 voli intercontinentali. E anche oggi sono previsti ancora disagi: l’Enac fa sapere che si raggiungerà il 50% della capacità operativa del periodo. Tanto che l’ente che vigila sui voli ha invitato i «passeggeri interessati a contattare le compagnie aeree di riferimento per avere conferma in merito all’operatività e all’orario del proprio volo».
Pesanti anche le ripercussioni sulla viabilità intorno allo scalo con l’autostrada Roma-Fiumicino e la linea ferroviara rimaste chiusa per cautela fino a metà mattinata. E con la stazione Termini presa d’assalto da passeggeri in cerca di un treno nell’impossibilità di partire in aereo.
La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo d’indagine. Secondo le prime ricostruzioni fornite in una conferenza stampa dal presidente dell’Enac Vito Riggio e dall’amministratore delegato di Aeroposrti di Roma, Lorenzo Lo Presti, l’incendio, divampato intorno alla mezzanotte, sarebbe da attribuirsi ad un corto circuito verificatosi all’interno dell’area commerciale del terminal 3 dell’eroporto.
«Il nostro obiettivo primario era la sicurezza delle persone», ha spiegato Lo Presti, specificando come il piano di emergenza sia scattato già dalle 4 del mattino. Nessun dubbio sulla scelta di chiudere lo scalo nelle prime ore del mattino: «Si tratta di una decisione presa a causa del fumo: non sapendo quale fosse la qualità dell’aria, bene ha fatto la direttrice dell’aeroporto a decidere di sospendere i voli», ha chiarito Riggio, che avverte: «Il terminal t3 non è distrutto ma ha solo una parte inagibile, per il ripristino strutturale non passerà tanto tempo».
Nello scalo romano ieri è stata impegnata per tutta la giornata una task force di 400 addetti che hanno dato assistenza e informazioni, a migliaia di passeggerri disorientati. Viaggiatori, turisti stranieri e italiani, sono stati tutti dirottati al terminal 1 e successivamente anche al terminal 5 per le prime partenze. Spente le fiamme per ore è rimasto forte nell’aria l’odore acre del fumo proveniente dal Terminal 3 dove sono proseguite senza sosta, le operazioni di messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco e del dispositivo delle forze dell’ordine. Per questo passeggeri ma soprattutto personale di scalo e delle forze dell’ordine, hanno girato indossando mascherine antifumo.
Per il momento l’unica cosa che appare certa è che non si sia trattato di un episodio doloso, come ribadito anche da Aeroporti di Roma, ma molto probabilmente di un guasto tecnico, un cortocircuito. È stata invece smentita da Adr la notizia secondo cui ieri sarebbe scattato un allarme per il surriscaldamento dell’impianto elettrico nell’area poi interessata dall’incendio: «Gli operai ripresi dalla telecamera erano sul posto per tutt’altro tipo di verifica». Tutte le ipotesi comunque restano aperte. Gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere posizionate nell’area dell’incendio. Al lavoro anche gli agenti della polizia scientifica e gli uomini del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco.
L’ipotesi di reato avanzata per ora dalla Procura di Civitavecchia contro ingonti è quella di incendio colposo. Il pm Valentina Zaratto d’intesa con il procuratore capo Gianfranco Amendola ha disposto il sequestro dell’intera area interessata dalle fiamme. Motivo dell’azione investigativa dei magistrati – secondo quanto si è appreso - è che non sarebbe ancora possibile raggiungere in sicurezza il luogo da cui si è propagato l’incendio. Gli inquirenti sono in attesa di una prima informativa sull’accaduto e non escludono l’affidamento di una consulenza per capire cosa sia successo e perché.
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