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Pensioni, Fornero: con sentenza Consulta giovani senza protezione

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padoan: decreto in settimana

Pensioni, Fornero: con sentenza Consulta giovani senza protezione

«La sentenza della Consulta rimette di nuovo al centro i cosiddetti diritti acquisiti, che invece vanno discussi con molta pacatezza e molta serietà. Bisogna domandarsi chi paga il conto della tutela di chi è già in pensione, e se sono sempre i giovani vuol dire che nella Costituzione non c'è protezione per i giovani». Lo ha detto Elsa Fornero, ex ministro del Welfare, a “In Mezz'Ora”, su Raitre, con riferimento alla norma bocciata del decreto Salva-Italia che aveva bloccato (per il biennio 2012-2103) l’adeguamento all’inflazione dei trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps (circa 1.400 euro lordi). Per Fornero la sentenza della Consulta è «difficilmente comprensibile». Ma l’ex ministro ha messo paletti precisi sulle proprie responsabilità. «Il taglio dell'indicizzazione delle pensioni - ha rimarcato -non faceva parte della mia riforma, anche se era chiaro che la riforma non avrebbe potuto dare risparmi di spesa nell'immediato, quindi si trattò di un'esigenza finanziaria che venne fuori dal Tesoro in maniera molto netta».

Fornero: rischio ricadute sui giovani
«Quello che mi fa dispiacere - ha insistito Fornero - è che chi ha portato la Consulta al suo pronunciamento sono stati i percettori di pensioni alte, le categorie di manager». Ma «non possiamo dire che è un diritto acquisito la salvaguardia del potere di acquisto di pensioni da 5.000 euro. Dobbiamo domandarci chi paga». Per questo, secondo l'ex ministro, la sentenza della Corte presenta dei rischi e non a caso «non è stata unanime». Il pericolo è proprio che i diritti acquisiti di qualcuno «schiaccino» qualcun altro. A partire dalle giovani generazioni.

Fornero: restituzione per fasce di reddito è inizio soluzione equa
Fornero ha definito poi un «inizio di soluzione equa» il rimborso dell'indicizzazione delle pensioni progressivo in base alle fasce di reddito, da inserire nel decreto legge annunciato dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan in un’intervista al Messaggero. Un decreto che potrebbe arrivare venerdì sul tavolo del cdm. Il 15 è infatti il primo giorno utile in cui potrebbe essere presente anche il ministro dell'Economia, impegnato lunedì e martedì a Bruxelles per Eurogruppo ed Ecofin e mercoledì e giovedì a Tiblisi per il meeting annuale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

Padoan: decreto entro prossima settimana, rimborsi per fasce reddito
Nell’intervista Padoan ha fatto sapere che, dopo la sentenza della Consulta, «entro la prossima settimana il Consiglio dei ministri potrebbe già varare un decreto». E ha aggiunto: «Meglio risolvere il prima possibile sia in termini di trattamento degli arretrati sia in termini di regime futuro, anche perché la Commissione europea ci sta osservando attentamente. Non ripristineremo totalmente l'indicizzazione, lo faremo in modo parziale e selettivo. Progressività e temporaneità, come dice la Corte, vuol dire evidentemente che sono le pensioni più basse che devono essere protette più di quelle alte». Il ministro ha spiegato che se si dovesse ripristinare totalmente l'indicizzazione, «l'Italia si troverebbe a violare simultaneamente il vincolo del 3%, l'aggiustamento strutturale e la regola del debito». E ha aggiunto: «Terremo conto delle fasce di reddito sia in termini di arretrati sia di trattamenti futuri. Ma allo stesso tempo occorre mantenere sostanzialmente intatta la struttura del Def».

Fornero: Renzi almeno ci sta provando
Il giudizio sul governo Renzi dell’ ex ministro Fornero, finora, è positivo. Renzi fa buona politica? «Avendo visto una politica cattiva e cinica, Renzi ci sta provando. Poi anche lui non è detto riesca a fare i miracoli, ma almeno ci sta provando», ha chiosato.

Critiche a Monti, Orfini «patetico»
Ma fatti salvi Renzi e Padoan, Fornero non ha risparmiato critiche. A cominciare dall'uomo che la volle al governo. «Credo che Monti abbia scelto di entrare in politica interpretando il suo modo di fare il bene del Paese ma credo che la decisione sia stata sbagliata», ha osservato Fornero. Parole al vetriolo per Orfini, che, dopo la sentenza della Consulta sulle pensioni, aveva bollato il governo Monti come composto da «una discreta quantità di pippe». «Il presidente del partito democratico dovrebbe usare un linguaggio adatto al suo ruolo - ha attaccato - Se usa parole come quella, mi sembra patetico, da persona che non ha argomentazioni».

«In Italia fascismo contro le donne, io vittima»
Fornero si è poi detta certa che nei suoi confronti sia scattata una discriminazione che è il riflesso di un più generale atteggiamento misogino. «Sono convinta - ha sottolineato - che in Italia ci sia ancora un substrato di maschilismo diffuso, di un atteggiamento misogino di non riconoscimento della parità dei diritti delle donne e di discriminazione. Qualche volta questo sconfina in atteggiamenti che sono squisitamente fascisti». Alla domanda di Lucia Annunziata se riprenderebbe la stessa decisione del 2011, di accettare il dicastero del Welafre, Fornero ha risposto “tranchat”: «Con la conoscenza di ora assolutamente no. Allora l'ho fatto perché mi sembrava di partecipare a qualcosa di importante che poteva essere utile al Paese».

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