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Tecnologia e infrastrutture contro la povertà

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sviluppo

Tecnologia e infrastrutture contro la povertà

Come la tecnologia e le infrastrutture possono contribuire ad alleviare la povertà. I maggiori esperti del mondo sono riuniti oggi a Roma per la Conferenza internazionale “Poverty Alleviation, a role for Technology and Infrastructure”. Una forma di “global collective thinking” per confrontarsi e dare un contributo alla formazione delle politiche internazionali e nazionali da adottare per la riduzione della povertà, attraverso lo sviluppo della tecnologia e delle infrastrutture.

La conferenza è organizzata dalla Fondazione per la Collaborazione tra i popoli, dell’ex premier e presidente e della Commissione europea, Romano Prodi, con il patrocinio di Accademia nazionale dei Lincei, Pontificia Accademia delle Scienze sociali, Associazione delle Accademie Mediterranee e la presenza di esperti dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali. «Le nuove tecnologie – sottolineano gli organizzatori dell’incontro – possono essere impiegate in molti settori, dall'incremento della produttività agricola alla generazione di energia a basso costo, dalle forniture idriche al miglioramento dell’assistenza sanitaria».

Ricco il programma della conferenza, a porte chiuse, che è stata aperta dalla relazione introduttiva del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e sarà conclusa nel pomeriggio da Romano Prodi. Tra gli altri, previsti gli interventi di Jin-Yong Cai, vice presidente esecutivo e Ceo del ramo finanza internazionale della World Bank, Nicholas Negroponte, co-founder della MediaLab del MIt, Jeffrey Sachs, direttore dell'Earth Institute della Columbia University e Ibrahim Mo, presidente della omonima Fondazione che ogni anno premia il miglior presidente africano, il quale, a proposito del problema dell’immigrazione di cui tanto si parla in queste settimane, ha detto che Europa e Onu dovrebbero impegnarsi di più per sostenere la creazione di lavoro e di opportunità di reddito nel sud del mondo: «La gente non scappa dal proprio paese se ha di che vivere».

Il ministro Gentiloni ha ricordato i lavori in corso a livello di organizzazioni internazionali sul tema lotta alla povertà: «Siamo allo stato finale delle negoziazioni per adottare i nuovi Obiettivi per la riduzione della povertà, post-Millennium goal. I nuovi Obiettivi saranno lanciati dall'Onu durante il summit di settembre e sono centrati su un approccio che prevede degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili (si chiameranno proprio così, ndr). Nella preparazione di questi nuovi Obiettivi (Sdg) l’Onu include l’innovazione nell’obiettivo numero 9. L’accesso alle tecnologie è fondamentale per lo sviluppo e per l’inclusione».

Interessante l’intervento del professor Y Guang, dell’Accademia cinese delle Scienze sociali, che ha raccontato gli enormi passi avanti fatti dal suo paese in tema di riduzione di povertà. «Negli ultimi 30 anni in Cina, 500mila persone sono uscite dalla povertà grazie ad alcune importanti riforme istituzionali che hanno favorito l’inclusione. Come la riforma dell'agricoltura e la cancellazione della tassa sulle produzioni agricole, oltre alla crescita economica cinese».

Determinante è stata la politica centralizzata della Cina: l’80% delle risorse allo sviluppo viene dal governo centrale e non si perde nei rivoli delle amministrazioni locali, ma anche la diffusione delle tecnologie e la costruzione delle infrastrutture hanno contribuito a ridurre questo gap. «Negli ultimi dieci anni – ha spiegato l’accademico - il Pil dell’agricoltura cinese è aumentato del 15%». L’approccio cinese allo sviluppo è basato su due punti: l’adozione della tecnologie più moderne per la produzione e la diffusione di queste tecnologie nelle aree rurali attraverso programmi nazionali. Un’esperienza che dimostra come le tecnologie possano creare dei moltiplicatori di crescita economica e sociale.

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