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Scuola, il governo convoca i sindacati

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Attualità

Scuola, il governo convoca i sindacati

La riforma della scuola continua a camminare su un doppio binario. Mentre il parlamento prosegue l’esame del ddl, che è atteso giovedì 14 in aula alla Camera con l’obiettivo di ottenere il via libera entro martedì 19, il governo è pronto ad avviare un nuovo giro di consultazioni con tutte le parti interessate alla riforma dell’istruzione. Si partirà oggi con i segretari di Cgil, Cisl e Uil che saranno ricevuti a Palazzo Chigi dai ministri Boschi, Madia, Delrio e dal sottosegretario alla presidenza, Claudio De Vincenti. Sempre in giornata toccherà alle associazioni di categoria; domani spazio invece a studenti e genitori.

La decisione arriva in serata su input di Matteo Renzi intervenuto per dettare la linea ai suoi dopo altre ventiquattro ore fitte di polemiche, scontri e minacce di non voto. Un tema estremamente sensibile a meno di 20 giorni dalle regionali. «Non andiamo appresso ai troll e alle catene autogenerate dai bot - sottolinea il premier ai suoi collaboratori -. Siamo rispettosi del mondo della scuola, che è molto più variegato e plurale di come lo vorrebbe l’ala più dura. Parliamo con tutti, - aggiunge - ascoltiamo tutti, pronti a mettere in campo tutte le iniziative di confronto per spiegare meglio la riforma e migliorarla». Il tono del presidente del Consiglio si fa anche più deciso: «Non ci spaventano - dice - le catene di Sant’Antonio su Twitter, ci interessa il bene dei ragazzi, delle famiglie, della scuola». Un chiaro riferimento ai docenti - autodichiaratisi ex elettori del Pd - che hanno preso d’assalto la sua bacheca Facebook con un messaggio fotocopia: «Noi non voteremo più il Pd perché indignati dal ddl La Buona scuola».

Ma la cronaca di un’altra giornata calda sul fronte dell’istruzione non finisce qui. Da registrare c’è un nuovo botta e risposta tra la ministra Maria Elena Boschi - che dalle Marche domenica aveva ricordato: «La scuola non appartiene ai sindacati» - e i sindacati. La prima a risponderle è Susanna Camusso: «Questa sua idea che la scuola sarebbe proprietà del sindacato - attacca la leader della Cgil - è tipica di un governo che non vuole fare i conti col paese. Viene il sospetto - fa notare Camusso - che tanta arroganza che il governo mette nel negare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto».

Ancora più diretta è la Gilda. Con il coordinatore nazionale Rino Di Meglio che tuona: «Quando afferma che la scuola è in mano ai sindacati, compie un’opera di vergognosa mistificazione. Lo scorso 5 maggio ha scioperato l’80% degli insegnanti e in piazza a protestare contro una pessima riforma c’era l’intero popolo della scuola». E poco dopo giunge la replica della ministra Boschi che sceglie Facebook per ribadire quella che definisce «una piccola e forse banale verità»: la scuola - sottolinea - «funziona se appartiene alle famiglie, agli insegnanti, agli studenti, al territorio. Non solo ai sindacati. Poi è giusto rispettare il lavoro di tutti, anche dei sindacati. Ma forse è anche giusto rispettare le idee altrui». «Non ho offeso nessuno», afferma ancora Boschi, aggiungendo l’auspicio che «il clima torni disteso, per un confronto di merito equilibrato e civile. Noi ci siamo, pronti ad ascoltare e senza attaccare nessuno». Mentre la sua collega dell’Istruzione, Stefania Giannini, preferisce focalizzarsi sulla «rivoluzione educativa» che arriverà con la riforma.

Tornando al fronte sindacale vanno annotate le critiche di Anna Maria Furlan (Cisl) che chiede «collegialità nella gestione della scuola» e torna a chiedere un decreto per le assunzioni, creando così un insolito asse con la minoranza Pd. Per Stefano Fassina infatti va cercata «una soluzione che porti a un provvedimento rapido e immediato per l’assunzione degli insegnanti e a un disegno di legge vero e proprio che con tempi ragionevoli e non infiniti, entro l’estate riapra la discussione con il mondo dei lavoratori della scuola e trovi soluzioni condivise». Fassina che si dice pronto a votare no sul ddl. Toni diversi si registrano invece in Forza Italia con Elena Centemero che attacca i sindacati: «La scuola va cambiata nel profondo mentre i sindacati hanno dimostrato e dimostrano ancora di avere a cuore solo la stabilizzazione di tutti i precari».

Rinviando alle schede qui sotto per il riepilogo delle modifiche che sono state introdotte nei giorni scorsi in commissione e che per molti versi vanno incontro alle richieste delle sigle sindacali, un accenno lo merita infine la cronaca parlamentare. La commissione Istruzione ha terminato sabato sera l’esame degli emendamenti e aspetta ora i pareri delle altre commissioni (oggi pomeriggio dovrebbe arrivare quello della Affari costituzionali) per votare il mandato alla relatrice Maria Coscia (Pd) e affidare le sorti del provvedimento, a partire da giovedì, all’aula di Montecitorio.