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Pensioni, attenti alla pioggia di ricorsi

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i rischi dell’intervento

Pensioni, attenti alla pioggia di ricorsi

Il rischio vero ora sono i decreti ingiuntivi da parte dei pensionati esclusi o solo parzialmente rimborsati. Dal punto di vista giuridico, sentenza della Corte alla mano, le mancate rivalutazioni piene degli assegni per l'indicizzazione perduta nel biennio 2013-2014 altro non sono che crediti certi, immediatamente esigibili e liquidabili. Ne consegue che se, come annunciato da Matteo Renzi in una trasmissione Rai, il rimborso sarà solo per 4 milioni di pensionati su 5,2-5,5, gli esclusi potranno far partire subito le loro richieste di rimborso contando su una vittoria molto probabile con conseguente assolvimento da parte dello Stato anche delle spese legali e degli interessi. Insomma, in attesa di leggere il testo del decreto che dovrebbe (condizionale d'obbligo) vedere la luce tra qualche ora, la sensazione è che ci troviamo di fronte a una soluzione forse non definitiva del problema scoppiato il 30 aprile scorso con la sentenza n. 70.

Immaginando invece dal punto di vista operativo come funzionerebbe l'operazione rimborsi, ora è chiaro che i paletti sono fissati: oltre i 3mila euro potrebbe arrivare solo una quota fissa simbolica, parzialmente calcolata come frazione del 100 per 100 di rivalutazione che è assicurata fino a 1.486 euro lordi al mese. All'interno di questi due margini, 1.486 e 3.000 euro lordi, i rimborsi partirebbero invece con un ricalcolo effettuato utilizzando (si immagina) la progressività delle perequazioni attualmente in vigore, magari un poco ritoccata: 90% per gli assegni fino a 2000 euro, 75% su quelli fino a 2.500 euro e 45-45% su quelli fino a 3mila.

Il ricalcolo avverrebbe sull’intero ammontare lordo della pensione e non solo sullo scaglione oltre la soglia in questione. Da qui la “media” annunciata dal presidente della Consiglio alla trasmissione tv di Giletti, la cui traduzione in euro per pensionato tipo sarà leggibile solo con le simulazioni Inps che, forse, già nelle prossime ore Renzi vorrà illustrare. La scelta di limitare a 2 miliardi il rimborso consente, ovviamente, di rispettare il limite di un deficit/pil programmato al 2,6% quest'anno, sempre ammesso che vada tutto bene da qui a fine anno sia sul fronte di entrate e spese sia, soprattutto, sulla tenuta effettiva del quadro macroeconomico, sorretto da un basso prezzo del petrolio, dagli effetti del Qe e da un cambio €/$ favorevole (ma il biglietto verde ha già riperso dieci punti negli ultimi 40 giorni, purtroppo). Non è da escludere che il decreto di oggi contenga nuove clausole di salvaguardia per garantire copertura certa a questa improvvisa maggiore spesa previdenziale, magari con nuovi tagli a voci di spesa in questa fase d'anno ancora manovrabili, nel caso in cui il “tesoretto” da 1,6 miliardi non si concretizzasse.

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