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Scuola, assunzione per 100mila precari

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RIFORMA ALLA CAMERA

Scuola, assunzione per 100mila precari

ROMA - L'Aula della Camera ha approvato ieri in tarda serata l'articolo 10 del Ddl scuola, che prevede uno piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato per circa 100mila precari a partire dall'1 settembre prossimo. Sì anche al periodo di prova di un anno per i precari assunti. Saranno assunti quasi tutti gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento (eccetto i 23mila maestri dell'infanzia) e i vincitori del concorso Profumo del 2012. Una volta archiviate le Gae nella scuola si entrerà solo per concorso. Il primo dovrà essere bandito entro il 1° ottobre 2015 per 60mila posti, da cui andranno sottratti i circa 6mila destinati, a partire dal 2016, agli idonei non vincitori del concorsone Profumo.

E la «Buona Scuola» ha dribblato lo scoglio della Camera anche anche con un paio di novità. Una votata ieri pomeriggio, e cioè lo stralcio della possibilità di destinare il 5 per mille agli istituti scolastici (se ne riparlerà in stabilità). L'altra decisa in serata: la possibilità per i docenti di sostegno da stabilizzare di scegliere anche un posto «comune». L'impasse di lunedì sembra dunque superata. Un emendamento della relatrice Maria Coscia (Pd) prevede che gli interessati all'immissione in ruolo esprimano l'ordine di preferenza tra i posti di sostegno, se in possesso della specializzazione, e quelli comuni. Potranno scegliere tra tutti gli ambiti territoriali. Ma si specifica che «in caso di indisponibilità sui posti per gli ambiti territoriali indicati, non si procede all'assunzione».

Molte di più invece le conferme del testo che continua a non piacere ai sindacati. Si pensi al credito d'imposta per chi investe in istruzione che ha ottenuto il disco verde dell'assemblea. O al merito; per la prima volta si stanziano 200 milioni di euro dal 2016 per premiare gli insegnanti meritevoli: a scegliere i destinatari saranno i presidi, affiancati da un comitato di valutazione che fissa i criteri, composto da docenti, genitori e alunni. Via libera anche alla “sanatoria” per i precari con oltre 36 mesi di servizio alle spalle che potranno continuare a lavorare (per incarichi temporanei) visto che il limite fissato dalla normativa Ue per la reiterazione massima dei contratti a termine non sarà retroattivo.

La seduta-fiume di ieri la Camera - proseguita in nottata- ha sciolto quasi tutti i nodi della riforma Renzi-Giannini, compreso lo stanziamento di 40 milioni per la sicurezza degli edifici (controllo controsoffitti). Poi passerà all'esame del Senato, «dove la discussione continuerà e anche l'ascolto», sottolinea la ministra dell'Istruzione, Stefania Giannini. Pochissimi, come detto, i ritocchi varati dall'aula di Montecitorio rispetto al testo licenziato dalla commissione Cultura.  La Camera ha dato l'ok anche a una prima semplificazione degli Its e alla carta da 500 euro l'anno per la formazione dei professori. Sì pure agli sgravi fiscali fino a 400 euro di retta l'anno per chi iscrive i figli alle paritarie: «Finalmente anche in Italia crolla un muro ideologico», commenta il sottosegretario Gabriele Toccafondi (Ncd).

In una giornata caratterizzata da tante approvazioni a spiccare è stata soprattutto una cancellazione: quella del 5 per mille. Raccogliendo le proteste del no profit che temeva di essere cannibalizzato da una new entry molto “ingombrante” la scuola e recependo quattro emendamenti soppressivi dell'opposizione, la maggioranza ha scelto di rinviare la partita alla prossima stabilità. In quella sede si trovare un compromesso che consenta magari al contribuente di esercitare una doppia opzione.

A proposito di compromessi, la soluzione sui precari con oltre 36 mesi di servizio rischia di non risolvere i problemi con la Ue: «La norma lascia nell'incertezza la situazione dei contratti stipulati prima dell'entrata in vigore della legge - spiega il giuslavorista Sandro Mainardi (università di Bologna) -. E non prevede un apparato sanzionatorio efficace per prevenire abusi. Tutti aspetti che dovranno essere affrontati nel Ddl Madia».

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