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Dossier Liberi tutti: lettera a un ragazzo che non vuol morire di mafia

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Liberi tutti: lettera a un ragazzo che non vuol morire di mafia

Giocare a «liberi tutti» è un'allegra sfida tra ragazzini nell'età dell'innocenza. L'ultimo che resta, se beffa il carceriere che gli dà la caccia, riesce a liberare tutti gli altri. Basta quel grido – liberi tutti – e il gioco è fatto: il cacciatore perde e le prede vincono. Fosse così facile con le mafie e con gli evoluti sistemi criminali odierni, saremmo a posto. Basterebbe un urlo a squarciagola dello Stato et voilà, in men che non si dica, i cattivi dentro e i buoni fuori a fare la guardia.

Non è così, ma il libro di Pietro Grasso che oggi esce in edicola (per restarvi fino a giovedì prossino) con il Sole-24 Ore a 8,90 euro (oltre al prezzo del quotidiano) insegna un percorso di libertà interiore che parte da ragazzi e si concretizza da adulti (il libro e l'intera collana sono acquistabili su www.ilsole24ore.com/oralegale).

Non è un caso che Grasso – giudice a latere nel maxiprocesso a Cosa Nostra nato dalle indagini del pool antimafia, per dodici anni sostituto alla Procura della Repubblica di Palermo, prima di assumerne il timone dal 1999 al 2005, e poi alla Procura nazionale antimafia, che guiderà fino al 2013, e oggi presidente del Senato della Repubblica – ha sottotitolato il suo libro, che riproponiamo in questa collana, «Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia».

Un percorso didattico di vita in trincea, che Grasso dedica a suo nipote ma, più in profondità, «a tutti i ragazzi animati dalla speranza di realizzare le loro idee, i loro desideri, i loro sogni di rendere il mondo più libero».

La libertà, però, non è un percorso solitario ma corale, condiviso e, spesso, irto di ostacoli ed è per questo motivo che Grasso, al momento della stesura del libro procuratore nazionale antimafia, ricorda di rappresentare «l'antimafia che agisce concretamente, l'antimafia della repressione, ma ho bisogno del consenso e dell'aiuto di tutti, ho bisogno dell'antimafia della speranza».

Immergersi in questo libro e seguire il filo dei ricordi di questo ex magistrato impegnato in prima linea nella lotta a Cosa nostra, vuol dire partecipare concretamente. «Avere la consapevolezza di un fenomeno, imparare a capirlo e a conoscerlo – dirà Grasso a Palermo due anni fa in sede di presentazione del volume – rende più liberi».

Ben venga, dunque, seguire il filo dei ricordi che parte dalla pretura di Barrafranca, un paese di tredicimila anime in provincia di Enna, e arriva alla superprocura antimafia (al cui progettò partecipò quando venne chiamato nel 1991 come consigliere alla Direzione Affari penali del ministero di Giustizia guidata da Giovanni Falcone). In mezzo, tanti ricordi, brutti e belli (come la cattura di Bernardo Provenzano).

Di se stesso Grasso ricorda che, nel corso del maxiprocesso, fu incaricato dal presidente Alfonso Giordano di scrivere la motivazione della sentenza, che si compone di circa settemila pagine, per i 475 imputati. Quella sentenza stabilisce in modo inequivocabile l'esistenza della mafia, che molti ancora negavano, e la sua vulnerabilità.

Oggi non è più cosi, nessuno nega più l'esistenza della mafia, anzi. Come ricorda il volume, muoiono di mafia non solo le vittime della delinquenza organizzata, ma tutti coloro che si rassegnano a vivere nell'illegalità e nell'ingiustizia: chi chiude gli occhi di fronte ai reati, chi fa affari eludendo la legge, chi cerca i favori dei potenti, chi accetta il clientelismo e il compromesso per ottenere un beneficio. La mafia infatti non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema sociale e culturale ben radicato, che sembra offrire a chi ne fa parte protezione, aiuto economico e senso di appartenenza.

Per questo, ammette Pietro Grasso, per i giovani privi di prospettive di impiego e le persone abbandonate dalle istituzioni a volte è più facile stare dalla parte della mafia piuttosto che contro. Ecco allora che la lezione di Grasso nell'ora di legalità aiuta a stare dalla parte giusta senza se e senza ma.
r.galullo@ilsole24ore.com

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