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Expo celebra il No Mafia Day

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anniversario della strage di capaci

Expo celebra il No Mafia Day

Expo celebra il No Mafia Day per portare i frutti dell'antimafia siciliana nel mondo e non dimenticare la strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone ucciso il 23 maggio del 1992. La giornata rivolta al dibattito sulla lotta per la legalitá si è svolta presso il Cluster del Biomediterraneo che raggruppa 14 Comuni siciliani, in collaborazione con l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Sicilia.

La piazza del cluster si è collegata con l'aula bunker di Palermo per seguire in diretta il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «la questione meridionale è una questione nazionale perché senza investimento nell'innovazione al Sud non ci sarà sviluppo e il rischio delle mafie continuerà a crescere». Il presidente della Repubblica ha ribadito l'esigenza di un impegno corale e nazionale che possa coinvolgere il mondo delle istituzioni e della scuola e ha incoraggiato la società civile alla cooperazione citando le parole di Falcone: «gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Un messaggio rivolto a tutta la società civile, ma soprattutto ai giovani e agli studenti chiamati al rispetto delle regole, alla conoscenza della Costituzione e alla lotta dello Stato contro l'anti-stato.

Secondo Gian Carlo Caselli, ex procuratore capo di Torino, «la mafia deve essere combattuta con la repressione attraverso i processi, con la certezza del diritto attraverso l'esecuzione delle condanne, con lo sviluppo di una cultura della legalità per spazzare via i luoghi comuni e le falsità che portano fuori strada». La mafia, secondo la ricerca del Censis, blocca lo sviluppo delle aree in cui è insediata e non dà lavoro come purtroppo si tende a credere nelle zone a rischio. «Si tratta - spiega Caselli - di uno zavorramento non solo della Sicilia e del Mezzogiorno, ma di tutta Italia. Il nostro Paese, infatti, perde all'anno circa 7,5 miliardi di euro e 185 mila posti di lavoro. Se non ci fosse la mafia - conclude - il pil del Sud sarebbe pari a quello del Nord. Occorre un recupero del reddito attraverso la legalità, che è la strada per arrivare ad una giustizia sociale più equa che non dia spazio alla sperequazione».

Durante il No Mafia Day è stata sottolineata l'importanza del decreto anticorruzione approvato ieri al Senato e considerato un ottimo strumento per la lotta alla legalità che ricorda la legge Rognoni-La Torre sui beni confiscati alla mafia. Per Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre «i risultati che può dare la legalità sono in termini di frutti all'antimafia se si pensa che le cosche mafiose si rivolgono alle istituzioni per accumulare ricchezza. Il condizionamento delle mafie sul sistema economico - conclude - si rileva anche nel sistema agroalimentare italiano e liberarci dalle agromafie significa rendere più liberi i produttori e offrire prodotti d'eccellenza ai consumatori».

Expo e la città di Milano ricordano Giovanni Falcone e chi è caduto per la lotta alle mafie.«Come amministrazione Pisapia siamo impegnati nella promozione alla legalità - dice Franco Maiolino, Assessore alla Cultura del Comune di Milano- abbiamo organizzato una manifestazione con lo slogan “a Milano la mafia non esiste, firmato la mafia” per dire che nessuno è immune e dobbiamo agire nella direzione dell'assunzione di responsabilità».«Abbiamo organizzato questa manifestazione a Expo - aggiunge Nino Caleca, assessore della Pesca Mediterranea - perché riteniamo che ci sia la mafia nel settore agroalimentare che controlla la produzione agricola e tutta la sua filiera, dalla semina alla manodopera fino alla ristorazione”.

La manifestazione No Mafia Day si è conclusa con la visita di Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali per ricordare la stagione «dell'impegno civile» contro le agromafie nel contesto di Expo a Milano.

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