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Coding nelle scuole, 300mila studenti si sono avvicinati al linguaggio…

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Attualità

Coding nelle scuole, 300mila studenti si sono avvicinati al linguaggio della programmazione

  • –di P.Sol.

Oltre 300mila studenti da più di 6mila scuole di ogni ordine e 16.500 classi in tutta Italia, sotto la guida di 5mila insegnanti. Sono questi i numeri che sintetizzano la partecipazione al primo anno del progetto “Programma il futuro”, lanciato dal ministero del'Istruzione insieme al Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica (Cini) per avviare gli studenti ai rudimenti della programmazione informatica.

La gran maggioranza dei partecipanti (55%) viene dalla scuola primaria, proprio perché il cosiddetto “coding”, l'alfabetizzazione informatica che punta a insegnare ai ragazzi la logica del pensiero computazionale attraverso il gioco e la programmazione, dovrà partire, anche nelle intenzioni del disegno di legge della “Buona scuola”, fin dalla più tenera età.
Ma quello che sorprende di più è che a essere coinvolti non sono solo i docenti di matematica e informatica, ma che ad avviare i ragazzi nei primi passi verso il pensiero computazionale sono stati insegnanti un po' di tutte le discipline: se a curare il coding sono stati per il 47% docenti di matematica, ben il 28% viene da quelli di italiano e il 22% da quelli di scienze. “Questi numeri dimostrano che il metodo è quello giusto – commenta Enrico Nardelli, coordinatore Cini del progetto insieme a Giorgio Ventre – e che l'approccio al pensiero computazionale non su base puramente tecnologica coinvolge anche chi non ha competenze specifiche”. Un successo che è anche trasversale a livello geografico, dal momento che le regioni più entusiaste sono risultate Lombardia, Puglia e Campania.
“La grande risposta delle scuole va oltre ogni aspettativa e ci motiva a proseguire con ancora più fermezza in questa iniziativa che unisce insegnanti e studenti – ha commentato il ministro Stefania Giannini -. Noi dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi non siano solo consumatori di tecnologia. Dobbiamo alfabetizzarli a questi nuovi linguaggi affinché li sappiano utilizzare e gestire al meglio, oggi come strumenti di studio, domani come strumenti di lavoro”.
Forte di questi numeri il progetto triennale, in linea con quanto previsto dalla “Buona scuola” in materia di potenziamento delle competenze digitali, prosegue con obiettivi ancora più ambiziosi: “Puntiamo a un milione di studenti nel secondo anno”, spiega Nardelli, che non sembra a disagio di fronte a un numero del genere.

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