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Dossier Berlusconi: se vinciamo in tre regioni Renzi si dimetta

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Dossier | N. (none) articoliElezioni 2015

Berlusconi: se vinciamo in tre regioni Renzi si dimetta

Ultimi giorni di campagna elettorale per Silvio Berlusconi, oggi a Padova a Genova, che si chiude venerdì con tutti i leader in campo (Renzi a Firenze, Grillo a Genova e Salvini a Verona). L’ex premier, che sta infittendo la partecipazione a iniziative elettorali per arginare l’atteso risultato negativo di Forza Italia alle regionali, ha suonato la carica, convinto del fatto che la sua presenza in campagna elettorale varrà, per Fi e il centrodestra, 10 punti percentuali. La scommessa è la vittoria del centrosinitra in 3 regioni, perché in questo caso «Renzi dovrà dimettersi».

Berlusconi: se vinciamo in 3 regioni Renzi si dimetta
Se il centrodestra vincerà in «3 regioni, che sono Veneto, Campania e Liguria, Matteo Renzi dovrà dimettersi da premier» ha scandito Berlusconi, che ha aggiunto: «Io ho la speranza che possa ripetersi il miracolo del 2000, quando partivamo svantaggiati, ma vincemmo e Massimo d'Alema, che come Renzi era andato a palazzo Chigi attraverso giochi di palazzo, dovette dimettersi».

Berlusconi: mia presenza in campagna elettorale vale 10 punti
L’ex Cavaliere di è detto convinto del fatto che la sua presenza in campagna elettorale varrà, per Fi e il centrodestra, 10 punti percentuali. «Qualche soddisfazione l'abbiamo avuta anche in concreto - ha detto a Padova l’ex Cavaliere - a Saronno e a Lecco, una settimana dopo la mia visita, i sondaggi sono aumentati di 10 punti». E ha ricordato anche come in occasione delle scorse politiche del 2013 «mi buttai nella campagna elettorale e furono 10 punti in più».

«Futuro per Italia solo con moderati, non con sinistra»
L’ex premier ha rilanciato anche il suo «folle progetto mettere assieme tutti i moderati». E ha spiegato di «non vedere un futuro per il Paese con questa sinistra, ma solo se la maggioranza numerica dei moderati saprà trasformarsi in maggioranza politica che abbia coscienza di sè», perché l'Italia, «oggi come nel 1994 ha ancora bisogno di una grande rivoluzione liberale». Un progetto di aggregazione dei moderati che, ha ricordato Berlusconi, è aperto anche agli elettori della Lega. «È prevista anche la Lega - ha spiegato - in questa grande coalizione perché stando fuori non si fa altro che favorire la sinistra. A poco a poco tutti capiranno che questo è il progetto vincente». Quanto agli elettori di Alfano «si faranno convincere a venire dentro la grande volta dei moderati».

«Abbiamo fatto cose di cui siamo fieri»
L’ex premier ha poi polemizzato a distanza con Renzi. «Ieri il primo ministro, Matteo Renzi, ha detto che venivamo da 20 anni di governo in cui noi avremmo lasciato solo macerie - ha ricordato Berlusconi - ma intanto in quei 21 anni dal '94 ad oggi siamo stati al governo 9 anni e la sinistra 12, quindi se si tratta di macerie devono spalarne di più loro». E ha aggiunto: «Noi abbiamo fatto cose veramente importanti senza mettere mai le mani nelle tasche degli italiani a contrario della sinistra». Non macerie, dunque, ma «tante cose di cui andare fieri», ha concluso, citando l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, l'alta velocità, la reazione dopo il terremoto in Abruzzo, l'emergenza rifiuti a Napoli. Poi ha concluso: «Abbiamo sempre avuto un gran riguardo degli anziani». Non a caso «dentro il nostro programma futuro c'è un ulteriore aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese».

« In Veneto sondaggi ci danno vincitori»
Berlusconi si è detto poi certo della vittoria del centrodestra in Veneto. «Sono qui anche se il Veneto non aveva bisogno di una mia presenza perché tutti i sondaggi ci danno prevalenti sulle altre liste e questo è logico per la considerazione che i veneti danno della nostra gestione», ha detto il leader di Fi, che ha appoggiato la candidatura del governatore uscente della Lega Luca Zaia. E ha aggiunto: «Non vedo nessuna possibilità per il futuro di una formazione politica di Flavio Tosi, come per gli altri piccoli partiti».

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