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Dossier | N. (none) articoliElezioni 2015

De Luca: per Renzi la legge Severino è un «problema superabile»

La legge Severino? Per Renzi «un problema superabile». Così scrive Vincenzo De Luca, candidato del Pd alla guida della Campania ma da giorni sotto il fuoco del centrodestra per via della decadenza imposta dalla norma qualora venisse eletto. Riportando quello che sarebbe il pensiero del premier, il sindaco di Salerno nota che «chi viene scelto dai cittadini, con un voto democratico, potrà tranquillamente governare. Rimaniamo sui problemi dei cittadini. Prepariamoci a far rinascere la Regione dell'immobilismo e dei 400 consulenti inutili».

Renzi: il Pd è il partito della legalità
Quanto alla presenza nelle liste (non dei dem) di candidati dal profilo non proprio inattaccabile, il premier Matteo Renzi intervenendo stamattina a un comizio elettorale a Perugia ha voluto ricordare l’impegno messo dal governo in questi mesi.«Sento parlare di impresentabili, ma sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno. Questo è il Pd, è legalità. C’è chi la combatte a parole, chi con i fatti». Il Pd, ha aggiunto Renzi, è il partito «che ha fatto la legge anticorruzione con pene più dure di quelle che c’erano prima, ha fatto una legge per cui chi vuole patteggiare perché ha rubato, patteggia ma paga fino all’ultimo centesimo e fino all’ultimo giorno della sua pena. Ha rimesso il falso in bilancio, ha messo l’autoriciclaggio e ha fatto accordi con Svizzera e Vaticano per riportare i soldi in Italia facendo pagare le tasse, ha fatto legge sugli ecoreati». E ribadisce: «Questo è Pd, perché erano anni che queste leggi venivano vagheggiate, ispirate, sussurrate, noi le abbiamo fatte».

E Grillo si scaglia contro il ritardo sugli «impresentabili»
«Matteo Renzi: “non prendiamo lezioni di legalità da nessuno”. Ecco spiegata la candidatura di De Luca. Nel Pd la legalità è ad personam. De Luca=caos» è il cinguettio velenoso con cui Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, replica alle parole del presidente del Consiglio.Intanto Beppe Grillo tuona contro il ritardo con cui verranno rese note le candidature sospette dalla commissione Antimafia. «Perché la presidente Bindi, per una fuga di notizie, a suo dire, si irrita e rimanda tutto a venerdì? Ecco l’assurdità dell’Antimafia in Italia, invece di sbrigarsi a fornire trasparenza sui candidati regionali, (e quelli candidati alle comunali?) si irrita, invece di fare pubblicamente i nomi». Il problema, osserva Grillo, «è che fare proclami di legalità è facile, mettere in pratica la legalità molto più difficile. Noi vogliamo i nomi, siamo da sempre per la trasparenza e abbiamo già un nostro codice che obbliga i candidati a presentare fedina penale e carichi pendenti, perché non vogliamo mafiosi e corrotti come candidati. Ogni candidato del MoVimento 5 Stelle per essere eleggibile deve avere la fedina penale pulita e non avere carichi pendenti».

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