Franco Panzironi, già arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale ed ex ad di Ama, è stato condannato a 5 anni e tre mesi di reclusione per abuso d'ufficio e falso in relazione alla cosiddetta “Parentopoli” nell'azienda dei rifiuti del Comune di Roma. I giudici hanno anche disposto altre tre condanne e quattro assoluzioni per ex dirigenti della società. Il procedimento riguarda 841 assunzioni “sospette” tra il 2008 e il 2009. A Panzironi è stata inflitta l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
L’inchiesta “Parentopoli”
L'inchiesta riguardava le presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato ben 841 assunzioni (tra autisti e operatori ecologici), avvenute in azienda tra il 2008 e il 2009, in violazione di legge: 800 assunzioni furono curate - secondo l'ipotesi accusatoria - in assenza di gara dal Consorzio Elis, società incaricata di compiere le preselezioni del personale da assumere, ma che, per la procura, oltre a non avere la struttura né la preparazione per il compito affidato, era anche priva di autorizzazione prevista dalla legge Biagi. Le altre 41 assunzioni (di «soggetti ritenuti vicini politicamente a Panzironi», come sottolineato dal pm Corrado Fasanelli in sede di requisitoria) furono fatte a chiamata diretta il 20 ottobre 2008 con delibere predatate e questo per evitare i vincoli imposti dalla legge Brunetta che sarebbe entrata in vigore il giorno dopo.
Condanne e assoluzioni
I giudici della settima sezione hanno accolto parzialmente le tesi della procura. Tre anni e otto di reclusione (rispetto ai cinque chiesti dal pm) è stata la pena inflitta a Panzironi. I giudici hanno condannato ad un anno e 6 mesi Luciano Cedrone, ex direttore del personale, a 3 anni e 3 mesi Bruno Frigerio, ex consulente esterno e presidente della commissione esaminatrice. Condannato a un anno e un mese Gianfranco Regard, ex capo del settore legale di Ama. Assolti con la formula «per non aver commesso il fatto», Ivano Spadoni, ex dirigente della pianificazione, Lorenzo Allegrucci, dirigente, Sergio Bruno, legale rappresentante del Consorzio Elis (società incaricata delle preselezioni del personale) e Giovanni D'Onofrio, direttore dell'ufficio legale dopo Regard.
Marino: chiederemo 100mila euro di danni
«La nostra amministrazione ha deciso di rivalersi in sede civile: chiederemo almeno 100.000 euro per il danno d'immagine subito dalla città e mi impegno fin d'ora a utilizzare tutti i soldi che riusciremo a ottenere per il decoro, in particolare per la cancellazione delle scritte che imbrattano i muri della città». Lo ha dichiarato in una nota il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Marino ha precisato anche anche che Ama, «alla luce della sentenza di oggi sta procedendo a verificare tutte le possibili strade per metter la parola fine a quella stagione». E ha aggiunto: «La sentenza di condanna a carico dell'ex amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, dà ragione al Campidoglio che si era costituito parte civile. Gli anni della giunta Alemanno hanno segnato, anche nelle aziende comunali, il momento di massimo buio: falsi, favoritismi, assunzioni a chiamata nominale, abusi d'ufficio. Tutto, come si evince dalla sentenza di condanna, per favorire gli amici degli amici e occupare aziende che devono invece essere al servizio dei cittadini».
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