«Sento parlare di impresentabili, ma sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno. Il Pd è legalità. C'è chi la combatte a parole, chi con i fatti». Matteo Renzi intervenendo a un comizio a Perugia in vista delle elezioni regionali, ha ricordato dall'anticorruzione agli ecoreati, le leggi varate in questi mesi dal governo. E ha difeso a 360 gradi l’operato dell’esecutivo, a partire dal Jobs act («Se le persone hanno maternità, ferie, è un fatto importante. Il Jobs act lo considero la cosa più di sinistra che abbiamo fatto»). E ha lanciato un monito: «Non bisogna lasciare l'Italia solo a chi spera che vada tutto male, a chi sa solo sbraitare. Ad una proposta basata sulla paura dobbiamo rispondere con racconto basato sul futuro».
Renzi: su legalità Pd non prende lezioni da nessuno
Il premier è andato all’attacco sulla questione dei cosiddetti candidati “impresentabili” alle elezioni regionali di domenica prossima. «Su presentabili e impresentabili, il Pd è il partito che ha fatto una legge anticorruzione per chi ruba - ha rivendicato Renzi - Ha fatto una legge per far pagare fino all'ultimo centesimo per chi vuole patteggiare. Il Pd ha rimesso il falso in bilancio, ha messo l'autoriciclaggio, ha fatto l'accordo con Svizzera e Vaticano, ha fatto la legge sui reati ambientali. Erano anni che queste leggi venivano vagheggiate, sussurrate, noi le abbiamo fatte». Ecco perché, ha scandito il presidente del Consiglio «non prendiamo lezioni di legalità da nessuno».
«Pd con fatti e leggi contro la corruzione»
Concetti ribaditi poi in un post su Facebbok. «Bisogna dire la verità, senza girarci intorno. Il Pd è il partito che ha impresso una svolta nella lotta contro la corruzione. Leggi attese da decenni e realizzate in tredici mesi dal Pd» ha scritto Renzi. E ha aggiunto: «Non siamo tutti uguali: c'è chi combatte la corruzione a parole e chi la combatte con le leggi, c'è chi combatte la corruzione con gli slogan sui giornali e chi la combatte con le leggi in Gazzetta Ufficiale».
«Sulla scuola giusto confrontarsi»
Renzi a Perugia ha ribadito poi la disponibilità al dialogo sulla riforma della scuola, all’esame della commissione Istruzione al Senato, dopo il via libera della Camera. «Sulla legge elettorale abbiamo detto basta, ma sulla scuola - ha spiegato il premier - abbiamo detto parliamone, se qualcuno ha dei dubbi è giusto confrontarsi».
«Berlusconi ha finito di rovinare sogni, ma ha 7 vite»
Durante il comizio nel capoluogo umbro non è mancata una stilettata, ancora una volta, a Berlusconi, che già in Liguria Renzi aveva accusato qualche giorno fa di aver «lasciato macerie». «È finita la fase in cui Berlusconi ci rovinava i sogni, anche se quell’uomo ha sette vite - ha chiosato Renzi - noi dobbiamo avere rispetto, senza vivere il terrore degli avversari, poi ciascuno sceglierà», vedendo cosa «hanno significato 10 anni di governo Berlusconi».
«Noi rottamatori veri, due mandati e poi a casa»
Per se stesso Renzi ha detto di aspirare a un massimo di due mandati, non rinunciando al ruolo di rottamatore anche in casa propria. «Non è facile, ve lo dico col cuore, è bellissimo però fare il servitore, per un certo periodo, dello Stato - ha spiegato - perché non ci dimentichiamo che noi siamo rottamatori veri, per cui dopo un po’, questo fino al 2018 e poi al 2023: ho detto massimo due mandati poi a casa». E ha concluso: «L'importante però è che oggi i cittadini sappiano che a guida del Paese c'è una classe dirigente che ha tutti i limiti di questo mondo, ma ci sta provando a sbloccare tutto quello che è rimasto fermo in questi anni».
«Mediterraneo torni centrale per destino Europa»
Renzi, nel pomeriggio, al termine di un vertice intergovernativo a Roma (a villa Madama) con il premier Algerino, Abdelmalek Sellal, ha detto che Italia e Algeria «hanno lavorato, lavorano e lavoreranno perché il mediterraneo torni ad essere lo spazio centrale per il destino dell'Europa dell'Africa e dell'intero pianeta». E ha rivolto un appello agli imprenditori italiani a investire in Algeria. («Il rapporto col governo algerino è molto buono e molto forte e chi vuole investire in Algeria potrà essere valorizzato»). Sellal, dal canto suo, ha riocordato che l'Algeria «è un grande paese produttore di energia, sia gas che petrolio», e ha proposto a Renzi «di creare un asse strategico tra Italia e Algeria per mettere in sicurezza l'approvvigionamento energetico dell'Italia e dell'Europa».
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