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Industria decisiva per ripartire

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ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA

Industria decisiva per ripartire

L'aveva già annunciato l'anno scorso: l'assemblea di maggio 2015 si sarebbe tenuta all'Expo. A riprova dell'impegno delle imprese per questo grande evento, su cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha creduto sin dall'inizio, come occasione di ripartenza del paese.
«Confindustria ha scelto di esserci, di metterci anima e faccia, Expo sarà un'occasione irripetibile per l'Italia, la possibilità di far vedere al mondo il meglio del paese e della nostra industria», ha detto Squinzi il 6 maggio, intervenendo all'assemblea privata. Lo ripeterà questa mattina, davanti a duemila invitati all'assemblea pubblica.

Mettere l'industria al centro, come motore della crescita, creare un contesto competitivo, favorevole allo sviluppo: su queste battaglie si è cimentato Squinzi nei tre anni di presidenza. Un impegno che gli è stato riconosciuto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi: «caro Giorgio, hai posto al centro del tuo mandato il recupero della centralità del manifatturiero nella nostra economia. È un paradigma che il governo condivide pienamente e su cui sta concentrando il suo impegno con riforme e misure che puntano a rafforzare la competitività del nostro sistema industriale», è scritto nella lettera che Renzi ha inviato a Squinzi.

Il presidente del Consiglio, come scrive nelle prime righe, è impegnato in un lungo viaggio nel Mezzogiorno: oggi sarà a Melfi, nella fabbrica Fca, con l'ad Sergio Marchionne, e poi a Olbia per l'apertura del cantiere dell'Ospedale Mater Olbia. Ma ha voluto far arrivare a Squinzi gli auguri per l'assemblea. All'Expo, appunto: «Abbiamo vinto questa sfida insieme - ha scritto Renzi - e per questo desidero ringraziarti, pregandoti di estendere il mio ringraziamento a tutte le donne e gli uomini di Confindustria, che hanno contribuito con il loro impegno a centrare questo obiettivo». Ci sono segnali di ripresa: e l'invito di Renzi agli industriali è di continuare a lavorare insieme, mettendo al centro «il rilancio dello sviluppo della manifattura e dell'economia reale».

Alcune riforme realizzate dal governo sono anche frutto del pressing di Confindustria: il mercato del lavoro, la nuova Sabatini, il taglio dell'Irap, il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Bisogna andare avanti con la semplificazione burocratica, la giustizia, il fisco. Bisogna eliminare quegli ostacoli di contesto, sottolineati anche dal Governatore della Banca d'Italia nella relazione di martedì, per consentire alle aziende di essere competitive, crescere, investire di più e innovare. Un rinascimento industriale, come l'ha definito più volte Squinzi, come motore di sviluppo e occupazione.

Questa mattina in apertura dell'assemblea ci sarà una novità: sarà proiettato in anteprima internazionale un video di sette minuti realizzato dalla Rai e presentato dal direttore generale, Luigi Gubitosi, che testimonia l'eccellenza dell'industria agroalimentare del nostro paese. Poi interverrà Squinzi e subito dopo il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Insieme, Squinzi e la Guidi, alla fine dell'assemblea, inaugureranno la mostra che Confindustria ha organizzato lungo il Cardo di Padiglione Italia: “Fab Food. La fabbrica del gusto italiano”, un progetto multimediale curato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Squinzi affronterà i temi della crescita e della competitività delle imprese davanti a rappresentanti delle istituzioni, della politica, del sindacato. Nell'Auditorium ci saranno, tra gli altri, il commissario dell'Expo, Giuseppe Sala, i ministri dell'Interno, Angelino Alfano, del Lavoro, Giuliano Poletti, dell'Agricoltura, Maurizio Martina, dell'Ambiente, Gianluca Galletti, i segretari generali dei sindacati.
Le riforme che chiede al paese Squinzi le ha realizzate all'interno di Confindustria, con la Commissione Pesenti e il nuovo Statuto. Un cambiamento «storico» l'ha definito Squinzi nell'assemblea privata: governance più snella, accorpamenti e nuove regole per essere ancora più forti nell'azione di tutela e spingere nel paese una cultura industriale.

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