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Dossier Squinzi: Pmi chiave italiana per svoltare

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    Dossier | N. 5 articoliAssemblea Confindustria

    Squinzi: Pmi chiave italiana per svoltare

    «Nell’Esposizione universale abbiamo creduto fin dall’inizio». Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha aperto così il suo intervento all’assise di Confindustria, spostata per la prima volta da Roma all’Expo 2015 di Milano, proprio per sottolineare un grande evento che può essere occasione di ripartenza del Paese. Confindustria ha scelto il sito di Expo per la sua assemblea annuale perché qui «si respirano l'entusiasmo e l'effervescenza che serve all'Italia per lasciarsi alle spalle una lunga fase negativa di crisi e di demotivazione». Una manifestazione che , come ha sottolineato il numero uno degli industriali italiani, «è il simbolo più bello di una nuova stagione e i milioni di visitatori stranieri che stanno arrivando in Italia ci danno nuova fiducia, che ultimamente avevamo un po’ smarrito».

    Apertura con l’inno di Mameli
    L’assemblea è stata aperta dalle note dell’Inno di Mameli che molti industriali hanno cantato schierati sul palco. Subito dopo la proiezione del video «L’ingrediente invisibile», prodotto dalla Rai che vede come protagonista Renzo Arbore, che racconta le grandi qualità dell’industria italiana. Presenti nell'Auditorium di Expo, tra gli altri, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, il presidente della società Expo e commissario del Padiglione Italia Diana Bracco, il commissario unico dell'Expo Giuseppe Sala.

    Accenni di crescita, ma i germogli vanno protetti
    L'Italia, ha sottolineato il presidente degli industriali, può aspirare a diventare un leader a livello europeo, ma bisogna aiutare la crescita. Il nostro Paese, ha detto, «ha la credibilità per essere leader di una nuova stagione comunitaria, perché non ha mai abiurato al suo credo europeo e perché ha fatto sforzi notevoli per mettere a posto i propri conti e realizzare riforme importanti». Squinzi ha osservato che «oggi ci sono segni di risveglio, accenni di crescita, riforme in corso, giovani che vogliono credere nel loro futuro in Italia, imprenditori impegnati a partecipare alla democrazia e allo sviluppo del nostro mondo». Ma, ha rimarcato, «il crinale tra crescita e stagnazione è però assai sottile, perciò i germogli del cambiamento che si vedono vanno protetti e difesi, aiutati a crescere da un sistema associativo saldo nei valori e all'altezza dei tempi nella struttura tecnica».

    Pmi chiave italiana per svoltare
    «La piccola e media impresa italiana - ha detto - si sta cambiando l'abito in corsa. Qui sta la chiave italiana per svoltare. Da queste Pmi devono nascere le nuove multinazionali tascabili e i grandi campioni industriali dei prossimi decenni. Per questa categoria di aziende - ha spiegato - va disegnato un abito su misura, adatto alla gara che devono correre, fatto di credito e finanza, di ulteriore sostegno sui mercati esteri, di ricerca e innovazione con un fondo speciale a loro dedicato, di formazione a tutti i livelli che dobbiamo strutturare con i nostri fondi bilaterali». «Abbiamo un portafoglio - ha precisato Squinzi - che si stima essere tra le 15 e le 20mila piccole medie imprese che esportano, fanno innovazione, cercano finanza per la crescita industriale, integrano l'information technology nei prodotti, assumono talenti e parlano le lingue del business globale».

    Riforme, «qualcosa, e non poco, sta cambiando»
    «Qualcosa, e non poco, si muove e sta cambiando. Le riforme avviate e alcune misure di politica economica adottate testimoniano del lavoro svolto dal Governo e sono una cifra importante anche dell'impegno di Confindustria in favore delle imprese», ha sottolineato il presidente di Confindustria. Squinzi ha portato alcuni esempi: «I 40 miliardi di soldi nostri, che la pubblica amministrazione ci ha finalmente pagato, anche se il meccanismo non è certo a regime, 5,6 miliardi di riduzione dell'Irap, 2,6 miliardi di abbattimento degli oneri sociali nel 2015, la moratoria sui debiti bancari che da sola vale una finanziaria».

    Attenzione alla cultura anti-impresa
    Oltre al decreto Poletti e al Job act, Squinzi ha poi ricordato «la delega fiscale che scrive le regole di un fisco diverso, anche se la pressione fiscale resta a livelli intollerabili per cittadini e imprese, il vero ostacolo a nuovi investimenti e alla crescita duratura» infine, «l'alternativa scuola-lavoro, il credito d'imposta sulla ricerca, il patent box e l'impegno sulla internazionalizzazione». Anche «con questo Governo - ha detto Squinzi - che pure pare più attento, la manina anti-impresa ogni tanto si esercita nelle pieghe dei provvedimenti», rilevando che, da noi, «la cultura anti-industriale è ben radicata. Batterla è la riforma più difficile che dobbiamo realizzare».

    Bene la riforma del mercato del lavoro, ma domanda interna ferma
    Decreto Poletti e Jobs act «finalmente, dopo anni, ci allineano ai nostri competitori europei in materia di lavoro», tuttavia «siamo ancora in una situazione in cui la domanda interna è sostanzialmente ferma e finchè questa non riparte faremo fatica a parlare di crescita e occupazione», ha detto il presidente di Confindustria. Per Squinzi, «rendere più conveniente il contratto a tempo indeterminato è una scelta di fondo che contrasta la precarietà, responsabilizza le imprese a investire sulle persone e consente di sperimentare nuovi modelli organizzativi. I primi numeri sulle assunzioni confermano questa nostra opinione». Guardando alla necessaria crescita dell'occupazione «sarebbe un errore non condividere questa scelta e sarebbe un danno anche peggiore subire campagne sindacali, azienda per azienda, per riconquistare con la forza cio' che secondo qualcuno è stato tolto con la legge».

    Al governo: non perda determinazione per cambiare il Paese
    Oggi, ha sottolineato ancora Squinzi, « non ho richieste né intendo lamentarmi con il Governo di alcunché. Gli chiedo semplicemente di non smarrire la determinazione perché questa è la precondizione necessaria, indispensabile, per cambiare il nostro Paese», ha detto il presidente di Confindustria. Squinzi ha inoltre ricordato che «i compiti tuttora pendenti e in attesa di soluzione da anni sono molto, ma molto impegnativi. La nostra società è ancora densa di rendite e di rentier da snidare e sconfiggere per lasciare spazio a equità, alla competizione e al mercato».

    Innovazione, quando impresa si attrezza per cambiare «vince»
    L'industria italiana «si sta attrezzando per affrontare un cambiamento profondo, e quando lo fa vince», ha affermato nel suo intervento davanti all’assemblea degli associati il presidente di Confindustria. Gli imprenditori, ha sottolineato «sanno che devono applicare la regola aurea che per l'impresa vale sempre, innovare di più, capitalizzare, fare più formazione, lanciare nuovi investimenti sul prodotto».

    Bce unica ad agire per il rilancio dell’economia
    «A oggi la sola istituzione che agisce davvero per l'integrità e il rilancio dell'economia è la Bce guidata da Mario Draghi», ha sottolineato Giorgio Squinzi, durante il suo discorso all'assemblea annuale «È superfluo precisare - ha continuato insistendo su questo punto - che questa (la Bce, ndr) non può sostituirsi all'Unione degli Stati». In particolare il numero uno di viale dell'Astronomia è tornato a sottolineare che «senza un progetto politico e una visione comune, l'Europa stenterà a essere un interprete autorevole della scena geopolitica mondiale» e anche, ha aggiunto, «non riuscirà a rispondere ai bisogni complessi dei cittadini e delle imprese del continente».

    Il default greco non aiuterebbe la timida ripartenza dell’Italia
    Sulla crisi della Grecia «l'esito della trattativa in corso è incerto, ma una certezza però l'abbiamo: il default greco, anche senza l'uscita alla moneta unica, sicuramente non aiuterebbe il rilancio dell'economia europea e la timida ripartenza italiana», ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, facendo riferimento alle conseguenze di un possibile sviluppo negativo della crisi ellenica. Crisi, ha spiegato, che è stata affrontata senza lungimiranza. «Il negoziato con la Grecia è il paradigma perfetto dei nostri limiti», ha aggiunto, sottolineando che in Europa «solo adesso di comincia a comprendere che la sfida è diversa: è tutta politica e civile».

    La citazione di Papa Francesco e il ricordo di Michele Ferrero
    Il presidente di Confindustria ha quindi citato Papa Francesco: «Stiamo vivendo “non tanto un'epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d'epoca”, ci ha ricordato magistralmente Papa Francesco. L'invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico e le problematiche ambientali, le migrazioni, l'urbanizzazione e la mobilità crescenti, la sicurezza delle persone, delle merci e dei dati, plasmeranno un nuovo mondo e nuovi bisogni». Squinzi ha ricordato anche la figura di Michele Ferrero. Ricordo sul quale è scattato un lungo applauso della platea di imprenditori presenti all'Auditorium dell'Expo. «Un grande imprenditore che ci manca - ha dichiarato Squinzi - e che oggi sarebbe seduto in prima fila, perché questo sarebbe il suo Expo. Michele Ferrero, diceva della sua straordinaria azienda: “la mia unica preoccupazione è che sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro”. Io - ha concluso Squinzi - la penso esattamente come Michele Ferrero e penso di non essere il solo».

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