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3/6 Il flash crash di cinque anni fa / La “follia logica” delle…

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    3/6 Il flash crash di cinque anni fa / La “follia logica” delle macchine, la disperazione degli operatori

    “Attirati” dagli ordini di vendita del robot del fondo mutualistico, entrano in gioco gli HFT, i software di trading ad alta frequenza, e Wall Street inizia la sua caduta libera nel vuoto. Quando l'algoritmo del fondo inizia a vendere, infatti, gli altri robot in azione in quel momento reagiscono: prima acquistando, poi – vista la pressione in vendita – liquidando anche loro le posizioni. Ma questo induce l'altro robot, quello del fondo, ad aumentare la velocità e l'ampiezza degli ordini di vendita, imitato subito dagli altri software presenti sul mercato. Un mortale “feedback loop”, come l'hanno definito i tecnici.

    La fredda e logica follia dei robot, continua il report, ha creato due simultanee crisi di liquidità: una sul future del mini S&P500, l'altra sui singoli titoli dell'indice. Da lì si è scatenato il caos più totale: algoritmi che passavano enormi ordini “sell”, con gli spread tra prezzi di acquisto e di vendita sempre più larghi, market maker (che devono fornire liquidità al mercato) scomparsi, operatori umani che staccavano i robot per poi ritrovarsi in un mercato completamente illiquido, la corsa alla vendita anche degli operatori dei mercati non regolamentati (gli “over the counter”). Tutti nell'imbuto. La metafora più azzeccata è quella del cinema in fiamme, con centinaia di persone - e di robot, in questo caso - che lottano per uscire dall'unica porticina disponibile.

    Senza contare che alcuni di quei robot, di quei software, erano “cattivi” perché erano stati programmati male. Da qualche umano che voleva solo arricchirsi. Uno è stato arrestato pochi giorni fa.

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