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Esposto M5S contro De Luca, governatore sotto la spada di Damocle della…

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Esposto M5S contro De Luca, governatore sotto la spada di Damocle della legge Severino

Dopo la battaglia delle urne, quella delle carte bollate. A seggi chiusi, che vedono la vittoria del candidato Pd Vincenzo De Luca a quasi tre punti percentuali dal governatore uscente di centrodestra Stefano Caldoro, ma anche l'exploit a sorpresa della grillina Valeria Ciarambino a con oltre il 17% dei voti, la parola passa agli avvocati. Sul capo del neo governatore pende infatti la spada di Damocle della legge Severino (n. 190/2012), che impone al premier la sospensione immediata di De Luca, condannato a gennaio in 1° grado per abuso d'ufficio. Un percorso obbligato che secondo il Pd non riporterà comunque i campani alle urne. Preoccupati per il «caos istituzionale», i grillini hanno però presentato un esposto in Procura diffidando Renzi dall'aggirare in qualche modo la legge.

Giarambino (M5S): Renzi sia garante delle istituzioni e non del Pd
In conferenza stampa alla Camera, Ciarambino ha spiegato che la diffida al premier, presentata in Procura a Selerno una settimana prima del voto e indirizza anche alla presidenza del Consiglio dei ministri e al Viminale, è accompagnata dalla richiesta di «agire da massimo garante istituzionale prima ancora di tutelare il suo interesse particolare come segretario del Pd». «Quindi - ha assicurato - vigileremo affinché De Luca venga immediatamente sospeso e non gli si consenta di nominare un vicepresidente che nessuno ha scelto e che non si sa per quanto tempo dovrà governare la nostra regione visto che si dovranno aspettare i tempi della giustizia ordinaria. Non daremo tregua a chi si permette di mettere la propria sete di poltrona davanti a una legge di Stato».

La Suprema Corte: su sospensione no a discrezionalità del prefetto
Nella scelta del M5S ha pesato molto la recentissima ordinanza della Cassazione che ha assegnato al giudice ordinario la giurisdizione sugli atti collegati alla legge Severino, accogliendo il ricorso del Movimento difesa del cittadino contro la competenza del giudice amministrativo. In un passaggio delle motivazioni, supremi giudici hanno chiarito che alla Pa non è attribuita «alcuna discrezionalità in ordine all'adozione del provvedimento di sospensione», per come configurato dalla legge Severino. Di conseguenza, «al prefetto non è attribuito alcun autonomo apprezzamento in ordine all'adozione del provvedimento di sospensione e non è consentito di modularne la decorrenza o la durata sulla base della ponderazione di concorrenti interessi pubblici».

Le tre opzioni del giudice ordinario
Per il resto, la Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere l’applicazione della legge Severino ai politici consdannati con conseguente sospensione degli incarichi elettivi spetti al giudice ordinario e non del Tar, come avvenuto finora. Nel caso specifico, quando il prefetto procederà ad impugnare davanti al giudice civile l’elezione di De Luca disponendo la sua sospensione, il magistrato dovrà decidere tra tre opzioni diverse: la prima, decidere nel merito ne non reintegrare De Luca; in alternativa, potrebbe decidere di impugnare la legge Severino davanti alla Corte costituzionale (affiancandosi ai ricorsi già promosso dal Tar Campania in relazione al caso De Magistris e dalla Corte d’appello di Bari per la sospensione di unpolitico pugliese: nel caso, le questioni dovrebbero essere riunite e decise insieme, presumibilmente dopo l’estate) sospendendone gli effetti fino alla decisione dei giudici costituzionali, lasciando in carica il governatore fino ad allora. Infine, potrebbe deliberare (con tempi comunque più lunghi rispetto alla magistratura amministrativa) un provvedimento di sospensione cautelare e riservarsi di decidere nel merito dopo la sentenza della Consulta.

L’ipotesi di un vicegovernatore per il periodo di sospensione di De Luca
L'esposto dei grillini punta a non dare margini al premier, che potrebbe giocare sui tempi di applicazione della legge Severino e i tempi tecnici delle procedure di insediamento degli eletti per dar modo a De Luca di nominare un vicegovernatore che guidi la Campania durante la sospensione obbligatoria di 18 mesi (su richiesta del prefetto e del ministero dell'Interno, come previsto per i condannati, anche solo in primo grado, per reati come corruzione, concussione, peculato e abuso d'ufficio, che è appunto il caso dell'ex sindaco di Salerno) dall'incarico di un amministratore pubblico.

Bonavitacola (Pd): sospensione senza efficacia se non notificata al Consiglio
Fulvio Bonavitacola, parlamentare Pd e uomo di fiducia di De Luca, ha spiegato oggi i passaggi obbligati che potrebbero portare alla sospensione del neo governatore, insistendo sul fatto che l'applicazione della norma Severino potrà avvenire non subito, ma solo dopo l'insediamento del Consiglio regionale e la proclamazione a Governatore di De Luca. Il procedimento previsto dall'articolo 8 del Dlgs 235/2012 attuativo della legge Severino «è chiaro», ha sottolineato Bonavitacola: «La cancelleria del Tribunale notifica la sentenza di condanna di De Luca al prefetto di Napoli che a sua volta comunica gli atti alla presidenza del Consiglio dei Ministri che acquisisce il parere di due ministri, quello degli interni e quello degli affari regionali. Acquisiti questi pareri, adotta il provvedimento di sospensione che non è però efficace se non è notificato al Consiglio regionale per gli adempimenti di legge». Questo significa, ha sottolineato Bonavitacola, «che fino a quando il Consiglio Regionale non prende atto di questa sospensione, la sospensione non ha nessuna efficacia giuridica».

Insedimento necessario per dare applicazione alla legge Severino
«Ne consegue - ha concluso Bonavitacola - che il Consiglio regionale per prendere atto della sospensione deve essere nell'esercizio delle sue funzioni. Ecco chiarito perché l'antinomia Severino-insediamento degli organi non esiste, perché è proprio l'insediamento degli organi che può consentire l'applicazione della Severino». La cronologia in questo caso, ha aggiunto Bonavitacola, è dettata dallo «statuto della Regione Campania e dal Regolamento del Consiglio Regionale della Campania, che prevedono che non possono essere adottati altri atti dal Consiglio, come la presa d'atto della sospensione, se prima non avviene la convalida degli eletti, l'elezione del Presidente del Consiglio regionale, l'insediamento della Giunta attraverso la comunicazione al Consiglio regionale e la presentazione le linee programmatiche del nuovo Presidente. Questi sono i primi atti che lo statuto impone e quindi la presa d'atto della Severino avverrebbe dopo tutto questo».

Guerini (Pd): De Luca insediabile, non decadrà. No modifiche alla Severino
In questo scenario, eslcusa l’ipotesi di un decreto correttivo della legge Severino per evitare casi limite come quello di De Luca (candidato candidabile ma non eleggibile, primo caso in assoluto della storia italiana), la linea ufficiale del Pd è quella indicata alla vigilia da Renzo, costretto suo malgrado a dare pieno sostegno a De Luca. Linea ribadita anche oggi in conferenza stampa dal vice segretario Lorenzo Guerini, secondo cui De Luca «era candidabile, eleggibile e insediabile. Dopo di che c'è una legge che assegna competenze ad organi di governo che si riuniranno in questo senso». «La legge - ha aggiunto Guerini escludendo in modo esplicito modifiche a tamburo battente al Testo unico in materia di incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive - non parla di decadenza ma di sospensione». «La Severino è la stessa legge che consente a De Magistris di fare il sindaco, accadrà anche a De Luca», ha chiosato invece il vice capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato.

Pellegrino: statuto Campania non dà il tempo di nominare un vice
Contro l'idea che il neo governatore abbia il tempo di nominare un vice è sceso in campo oggi anche Gianluigi Pellegrino, l'avvocato che ha promosso e vinto il ricorso in Cassazione sulla legge Severino e la competenza del giudice ordinario, definito dai giudici delle Sezioni Unite proprio alla vigilia delle Regionali. «Lo statuto della Campania prevede una procedura complessa per le nomine del vice presidente e della giunta – ha spiegato Pellegrino - nomine che devono passare attraverso due sedute in Consiglio regionale, un voto di gradimento del Consiglio sui nomi scelti dal presidente e una successiva nuova determinazione del presidente. Questo vuol dire che De Luca non può nominare in maniera automatica nessun vice che sia un suo alter ego alla guida della Regione». Insomma la nomina di eventuali vice e della giunta dovranno essere sottoposti al gradimento del nuovo Consiglio regionale.

Pellegrino: Renzi obbligato ad accertare l’incompatibilità di De Luca
Nel frattempo, ha sottolineato Pellegrino, Renzi «ha l'obbligo di legge di accertare l'incompatibilità di De Luca per la legge Severino e non può ritardare quest'atto doveroso per consentire a De Luca di avere un alter ego alla guida della Regione. Cosa che sarebbe tra l'altro impossibile per la lunga e complessa procedura prevista dallo statuto. Allora le soluzioni sono solo due: o si torna al voto, oppure serve un intervento normativo di urgenza che cambi la Severino oppure garantisca una guida vicaria alla Regione che però non sia espressione del presidente incompatibile. È davvero una grana istituzionale sottovalutata con imperdonabile leggerezza compiendo l'inaccettabile scelta di mettere il popolo contro la legge».

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