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Il successo della Lega tiene in piedi il centrodestra

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Il successo della Lega tiene in piedi il centrodestra

Un dato è certo: da oggi il principale partito del centrodestra è la Lega di Matteo Salvini. E non solo perchè il consenso ottenuto dal Carroccio è di gran lunga superiore a quello di Fi, ma perché il centrodestra ha vinto solo quando nella coalizione era presente anche il partito di Salvini. È esclusivamente grazie al contributo leghista, che Silvio Berlusconi ha evitato la débâcle e può oggi dirsi soddisfatto dell’esito di queste regionali nonostante Fi abbia ottenuto un risultato modesto (attorno al 10%) riducendo ulteriormente i consensi già in discesa delle europee.

La vittoria in Liguria di Giovanni Toti è per il Cavaliere quel «massaggio cardiaco» che Matteo Renzi aveva metaforicamente pronosticato, dopo la scissione nel Pd ligure. Una vittoria su cui Berlusconi ha scommesso fin dall’inizio, riuscendo anche nell’impresa di convincere Salvini a rinunciare a un candidato leghista per sostenere il consigliere politico dell’ex premier. E anche il testa a testa in Umbria, conclusosi con la vittoria della governatrice uscente, la Pd Catiuscia Marini, rappresenta comunque vada un risultato positivo. In entrambi i casi però il motore trainante è stato il Carroccio, tant’è che il partito di Salvini in tutte e due le Regioni ha ottenuto il doppio dei voti di Fi. Per non citare il Veneto, dove la Lega assieme alla lista del governatore Luca Zaia, e nonostante la scissione di Flavio Tosi, ha raggiunto il 35% mentre Fi si è fermata solo al 6%. Insomma il partito di Salvini è l’asse portante del centrodestra. E infatti laddove la Lega è storicamente debole come al Sud o quando si è presentata da sola, i candidati di Berlusconi sono stati sconfitti o arrancano.

Il caso più evidente è la Campania è il forzista Stefano Caldoro è stato battuto dal candidato del Pd Vincenzo De Luca. Anche in Puglia il risultato per Fi è decisamente negativo. Nella regione in cui si è consumata la scissione con Raffaele Fitto, la candidata di Berlusconi è arrivata solo quarta (Fi ha di poco superato il 10% e la Lega non è andata oltre il 2,5%). Ad aggiudicarsi il secondo posto dietro al Pd di Michele Emiliano è stata Antonella Laricchia del M5s, seguita a pochissima distanza dal fittiano Francesco Schittulli, che ha potuto contare anche sull’apporto dei voti dei centristi di Area Popolare e di Fdi, il partito di Giorgia Meloni, che ha ottenuto buoni risultati in tutte le Regioni. Nelle Marche la sconfitta è paradossalmente ancora più cocente perchè non solo a vincere è stato il centrosinistra ma il candidato di Fi (Spacca) è stato battuto da Acquaroli sostenuto da Lega e Fdi. Ma a confermare la leadership della Lega è anche il risultato della Toscana. La vittoria del Pd era scontata, ma la Lega ha ottenuto più del 20% dei consensi, superando il M5s e doppiando Fi. Un risultato in linea con quello delle altre Regioni del Centro-Nord.

Alla fine è questo il dato politicamente più significativo. Da oggi a guidare il centrodestra è la Lega e il suo leader Matteo Salvini è ormai lo sfidante in pectore di Matteo Renzi. Un ribaltamento di non poco conto, soprattutto in prospettiva. Anche in Italia come in Spagna, i partiti della protesta avanzano. Ma mentre il M5s di Beppe Grillo non può contare sul sostegno di altre forze politiche perchè si presenta da solo, la Lega ha un rapporto consolidato con Fi e può contare sull’apporto non più irrilevante di Fratelli d’Italia. In caso di elezioni politiche è quindi abbastanza verosimile che, se si voterà con la nuova legge elettorale, l’Italicum, all’eventuale ballottaggio Renzi se la dovrà vedere con Salvini. E il risultato sarebbe tutt’altro che scontato per il premier, perchè i grillini, esclusi dalla fase finale della competizione elettorale, potrebbero riversare i loro voti sul leader leghista promotore del referendum no-euro.

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